La guida di opera dell’Aria di Puccini O MIO BABBINO CARO
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L’Aria – Trama e Sfondo
Trama: Rinuccio aveva sperato che lo zio defunto gli avesse lasciato qualcosa in eredità, perché può sposare la sua amante Lauretta, la figlia di Gianni Schicchi, solo con l’aiuto dell’eredità. Ma lo zio ha lasciato il patrimonio nel suo testamento alla chiesa. Rinuccio ha un’idea: solo Gianni Schicchi può aiutarlo. Lo ha già chiamato. I suoi parenti sono scioccati, non vogliono avere niente a che fare con una persona del genere. Rinuccio fa un discorso infuocato per Gianni Schicchi. Sì, è uno straniero ed è astuto, ma solo lui può salvarli con la sua astuzia. Gianni Schicchi entra in casa accompagnato da sua figlia Lauretta. La zia di Rinucci vuole cacciarlo via insieme a sua figlia. Schicchi ha solo disprezzo per questo tipo di persone e vuole andarsene, profondamente insultato. Lauretta e Rinuccio sono disperati e vedono scomparire il loro matrimonio. Rinuccio si appella ai suoi parenti per fidarsi di Schicchi e Lauretta chiede a suo padre di restare, altrimenti vuole gettarsi nell’Arno.
L’aria è molto semplice ma merita comunque di essere famosa. Il segno di espressione è “ingenuo”, che significa ingenuo, fiducioso. L’aria deve essere cantata dal cuore senza pathos artificiale. Naturalmente c’è anche una parte di astuzia dietro, perché la giovane donna sa come intenerire il cuore di suo padre. Lauretta canta la sua melodia in ginocchio davanti a suo padre. Il “Caro” deve essere pieno d’amore.
Con un grande ma vellutato crescendo e salto di ottava all’acuto “e se l’amassi indarno” con belle vocali chiare Lauretta mostra i denti a tutti.
Un rassegnato e drammatico “per buttarmi in Arno” è seguito dalla parte più forte dell’aria, mi struggo o tormento.
Dopo questo forte passaggio segue immediatamente un bellissimo “O dio” in pianissimo e dopo l’augurio di morte un irresistibile, quasi dolce babbo, pietà, pietà (“Papà, abbi pietà, abbi pietà”) che deve suonare quasi come una preghiera. Un’ingenua preghiera di cuore di una giovane donna.
E’ un’immagine che non ha bisogno di essere raccontata;
L’Aria – il testo di O MIO BABBINO CARO
O mio babbino caro,
mi piace, è bello bello,
vo’andare in Porta Rossa
a comperar l’anello!
Si, si, ci voglio andare!
E se l’amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio
ma per buttarmi in Arno!Mi struggo e mi tormento,
O Dio! Vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!
Scritto per un “soprano lirico”
Il ruolo di Lauretta è scritto per un soprano lirico. Il soprano lirico deve avere una voce con un timbro caldo e deve essere in grado di convincere con un suono simile a una campana nel registro alto. Questo deve essere colorato e non deve suonare forzato. Il registro medio deve essere ricco.
Famose interpretazioni di O MIO BABBINO CARO
Ci sono decine di interpretazioni. Una selezione è difficile. L’interpretazione di Caballé è famosa e forse la più bella… Le note alte scorrono in modo mozzafiato, l’atmosfera è quasi eterea.
O mio babbino caro – Caballé
L’impazienza e il dramma risuonano in questa registrazione di Maria Callas. L’urgenza è quasi fisicamente percepibile.
O mio babbino caro – Callas
L’interpretazione di Elisabeth Schwarzkopf è molto toccante. La più intima delle registrazioni.
O mio babbino caro – Schwarzkopf
E come ultima versione l’interpretazione di Anna Netrebko.
O mio babbino caro – Netrebko
Una versione BONUS con bellissimi dipinti di Firenze
Peter Lutz, opera-inside, la guida all’opera online dell’Aria “O MIO BABBINO CARO” dall’opera Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.
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