3 pezzi immortali dell’opera BORIS GODUOV di Mussorgsky – con le migliori interpretazioni da YouTube (Hits, Best of)
Con Boris Godunov, Mussorgsky ha scritto un’opera unica, un monolite della storia dell’opera. La più russa di tutte le opere entusiasma con grande musica e scene affascinanti e divenne l’opera nazionale russa. Molte delle sue idee musicali divennero l’ispirazione di una nuova generazione di artisti decenni dopo.
La canzone da bere del mendicante
Sentiamo l’allegra canzone del cosacco che beve nella versione televisiva sovietica russa del 1954 che vale la pena di vedere.
Kak vo gorode (A Kazan era nella vecchia fortezza)
La grande scena della follia
Questa scena del Boris Godunov è una delle più grandi scene di follia della letteratura lirica. È anche chiamata la scena dell’orologio perché i rintocchi nella stanza di Godunov iniziano a muoversi ogni ora, e in essi egli crede di riconoscere il fantasma morto di Dmitri. Assistiamo allo sconvolgente declino del re, che a volte può solo balbettare. Non è più una delle scene folli di Verdi o Donizetti con colorature e salti di tono, ma la declamazione diventa teatro parlato. Mussorgsky aumenta l’effetto usando tritoni ripetuti, che descrivono lo stato instabile di Godunov.
Shalyapin, come prototipo dell’attore cantante, fu il più famoso e rinomato basso della prima metà del XX secolo, cantando in tutti i grandi teatri d’opera (non si esibì in Unione Sovietica dopo il 1921). Boris Godunov fu il suo ruolo di parata, e la sua incarnazione di questo ruolo nella produzione del 1908 fu determinante per aiutare quest’opera a raggiungere una svolta internazionale.
Uk tyazhelo (Oh, sto soffocando) – Shalypin
La morte di scena
Ancora una volta le campane suonano, e ancora una volta lo zar alza la testa. Il coro dei monaci si sente, sono la sua coscienza e si rende conto che la sua ultima ora si avvicina. Boris è solo l’ombra di se stesso e riesce solo a balbettare le parole. Improvvisamente, una melodia consolante dal profondo arriva e la pace ritorna allo zar morente. I clarinetti e i fagotti bassi lo accompagnano fino alla morte, la musica diventa maggiore e termina in modo confortante.
Zvon! Pogrebal’ny zvon! Hark! (Ascolta, un suono di campana) – Talvela / Banjewicz
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