VALLE DEL PO, EMILIA ROMAGNA , TOSCANA – guida da viaggio per l’opera, la musica classica
Destinazioni principaliUna guida per gli appassionati di musica
Visita le destinazioni della musica classica e dell’arte lirica con un riferimento storico. Imparate idee entusiasmanti e informazioni di base.
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GOOGLE MAPS - VISIONE DELLE DESTINAZIONI
Qui puoi trovare le posizioni di tutte le destinazioni descritte su Google Maps.
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VITE E LAVORI DEGLI ARTISTI IN VALLE DEL PO, EMILIA ROMAGNA E TOSCANA
Questa regione culturalmente ricca ha prodotto quattro musicisti eccezionali: Claudio Monteverdi, Giacomo Puccini, Gioachino Rossini e Giuseppe Verdi.
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SALE DA CONCERTO E SALE D-OPERA
Tra i teatri della regione spiccano il Teatro Regio di Parma, il Teatro comunale di Bologna e il Teatro del Giglio di Lucca. Tre storie famose sono associate a questi teatri, i protagonisti sono Richard Wagner, Arturo Toscanini e Gilbert Duprez.
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MUSEI
La regione è ricca di grandi musei dedicati agli artisti. Spiccano soprattutto i luoghi della memoria di Verdi, Rossini, Pavarotti e Puccini.
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CHIESE
Questa regione ha prodotto più musicisti d’opera che musicisti di chiesa, Monteverdi poteva offrire entrambi, la chiesa della sua città natale Cremona è un gioiello.
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MONUMENTI
Cremona ha onorato Monteverdi con due monumenti.
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PALAZZI E ALTRI EDIFICI
Due splendidi palazzi a Mantova e la famosa biblioteca di Bologna, dove lo Stabat Mater di Rossini fu eseguito nella grande sala sotto la direzione di Donizetti.
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CIMITERI E TOMBE DI MUSICISTI FAMOSI
Dove si trovano le tombe di Puccini, Rossini, Pavarotti, Paganini, Tebaldi, del Monaco e Isabel Colbran.
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GOOGLE MAPS – VISIONE DELLE DESTINAZIONI
Zoom in per le destinazioni di viaggio:
VITE E LAVORI DI ARTISTI AL VALLE DI PO, EMILIA ROMAGNA E TOSCANA
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI
MUSEI
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI
CHIESE
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI
MONUMENTI
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI
PALAZZI E ALTRI EDIFICI
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI
CIMITERI E TOMBE DI MUSICISTI FAMOSI
Claudio Monteverdi
Monteverdi, nativo di Cremona, è uno degli “inventori” dell’opera moderna e fu il primo importante compositore di questa forma d’arte ed è uno dei grandissimi musicisti dell’epoca classica.
Cremona
Monteverdi nacque nel 1567, figlio di un chirurgo e di un barbiere. Ricevette un’accurata educazione musicale dal rinomato direttore della cappella della cattedrale. Tuttavia, nessuna composizione è sopravvissuta del suo periodo cremonese.
Nel 1690 lasciò Cremona per Mantova, dove portò il madrigale alla sua ultima fioritura e divenne uno dei principali portatori di una delle più grandi rivoluzioni della musica. In suo onore la città celebra ogni anno il Festival Monteverdi.[/sc_fs_faq]
Mantova
Monteverdi arrivò alla corte di Mantova all’età di 23 anni, e il suo soggiorno assunse un significato eccezionale nella storia della musica. La corte aveva una società di cantanti e una cappella ben finanziata, e Monteverdi divenne maestro di cappella nel 1601, ma ebbe un potente avversario conservatore in Artusi. Artusi accusò i madrigali di Monteverdi di modernismo, non rispettando le regole della polifonia, dell’armonia e della strumentazione.
Monteverdi difese il suo nuovo stile monodico e comprensibile al testo come Seconda Pratica, mentre chiamò il tradizionale stile polifonico e contrappuntistico (e incomprensibile al testo) Prima Pratica. Questa controversia divenne famosa perché significò la gigantesca rottura con la polifonia che ancora oggi domina la nostra comprensione della musica. Monteverdi andò anche oltre, contrapponendo belle armonie a dissonanze. Il suo linguaggio operistico voleva esprimere i sentimenti della gente; Monteverdi credeva che la musica dovesse far piangere, non discutere. La musica non doveva seguire regole rigide, ma doveva dare spazio alla condizione umana ed esprimerla. Una delle conseguenze più sensazionali furono le Dissonanze di Monteverdi, mostruosità che rappresentavano stati estremi dell’anima e che scatenarono feroci polemiche all’epoca (vedi Lasciatemi morire qui sotto).
Dalla sua esperienza con l’ormai monofonico canto madrigalistico, Monteverdi sviluppò l’aria, il fulcro della nuova forma d’arte dell’opera che emerse intorno al secolo.Monteverdi probabilmente conobbe l’Euridice di Jacopo Peri (probabilmente la prima opera mai scritta) mentre era a Firenze con il suo duca. Il principe Francesco Gonzaga commissionò a Monteverdi un’opera. Questo divenne l'”Orfeo” di Monteverdi, che nel 1607 fu il primo lavoro del nuovo genere di opera che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’opera divenne un grande successo fin dall’inizio
A Mantova, Monteverdi sposò Claudia Cattaneo, che gli diede due figli ma morì nel 1607 all’età di 18 anni, fatto che scosse profondamente Monteverdi.
Nel 1613 Monteverdi lasciò Mantova per Venezia a causa dei tagli alle spese della corte.

alla BIOGRAFIA COMPLETA DI MONTEVERDI
Luciano Pavarotti
Figlio di Modena
Luciano Pavarotti è nato a Modena nel 1935 da una famiglia di modesti mezzi. Dopo la sua istruzione, ha lavorato come insegnante per diversi anni. Ha ereditato il suo talento musicale dal padre, che nel tempo libero cantava come tenore.
Dopo aver studiato a Mantova, vinse un concorso e poté debuttare come Rodolfo.
Rimase fedele a Modena per tutta la vita, ma condusse una vita d’artista con diverse sedi. Dopo aver ridotto le sue apparizioni negli ultimi anni, scelse di nuovo Modena come centro della sua vita, insieme alla sua seconda moglie, dove metteva regolarmente in scena l’evento Pavarotti & amici, tra gli altri.
Morì di insufficienza renale il 6 settembre 2007, all’età di 71 anni. A Pavarotti era stato diagnosticato un cancro al pancreas nel 2006.
Con Elton John a Modena (Pavarotti e amici):

Giacomo Puccini
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò il suo posto da sogno a Torre del lago dove poté perseguire i suoi passatempi preferiti di caccia, guida e composizione.
Lucca
Puccini nacque nel 1858 in una famiglia di musicisti. Cresciuto a Lucca, la lasciò all’età di 22 anni per studiare al conservatorio di Milano. Rimase legato alla sua città natale per tutta la vita e costruì due residenze fuori Lucca (Chiatri e Torre di Lago). Riuscì a ricomprare la casa dei suoi genitori con i soldi della sua prima opera di successo “Manon Lescaut” e appartiene ancora ai suoi discendenti, che vi hanno allestito un museo.
Dopo il suo successo a Milano Puccini tornò a Lucca e iniziò una relazione con la sua successiva moglie Elvira, sfortunatamente lei era sposata con un droghiere del paese, il tutto finì tragicamente, di più su questo sotto nell’excursus “Gli affari di Puccini e la sua Liù”.
Torre del lago
Con il piccolo villaggio di Torre del Lago (oggi Torre del Lago Puccini) e la pittoresca torre sul lago, Puccini trovò il luogo magico che cercava per far fluire la sua creatività. Rimase in questo posto sul Lago di Massaciuccoli fino al 1921. Nel 1921 lasciò il posto, a causa di una costruzione industriale sul lago.
La proprietà fu trasformata in un museo da sua nipote (morta nel 1917), che ancora oggi affascina. Già dal 1930 il Festival Puccini si svolge sul lago.
Puccini rimase legato alla sua patria per tutta la vita. Da adulto trovò a Torre del lago il luogo dei suoi sogni.
Viareggio
Nel 1921 Puccini lasciò Torre del lago con il cuore pesante perché nelle vicinanze era in costruzione un enorme stabilimento industriale. Si trasferì nella vicina Viareggio.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Rossini è cresciuto in questa regione e vi ha trascorso parte della sua vita adulta. Sfortunatamente, lasciò definitivamente la regione nei suoi quarant’anni a causa di un’aspra disputa con i sostenitori di Garibaldi.
Pesaro
Rossini è una delle poche persone che sono nate il 29 febbraio. Era l’unico figlio di due musicisti, nato in un periodo travagliato della rivoluzione francese. Rossini trascorse i suoi primi 8 anni a Pesaro. Nel 1800 Gioachino lasciò Pesaro con i suoi genitori e tornò 18 anni dopo, già famoso, a 26 anni, per inaugurare il Teatro.
La città ha coltivato intensamente l’eredità di Rossini per diversi decenni, e con la Fondazione Rossini, la città ha un amministratore competente del vasto patrimonio rossiniano.
Lugo
Rossini venne nella città natale di suo padre per due anni quando aveva 10 anni. Imparò il corno e il clavicembalo e aveva una bella voce. Suo zio voleva sceglierlo come castrato, ma Gioachino fu grato a sua madre per tutta la vita per aver risparmiato al figlio l’operazione.
Studiò diligentemente Mozart e Haydn nella biblioteca di un conoscente e scrisse le sue prime opere (quartetti d’archi) a Lugo all’età di 12 anni. Due anni dopo si trasferirono a Bologna.
Bologna
Rossini aveva 12 anni quando la sua famiglia arrivò a Bologna. Suo padre, un sostenitore della Rivoluzione, venne qui per sfuggire allo Stato Pontificio e per dare al loro unico figlio una buona educazione musicale. Gioachino continuò a studiare in quello che oggi è il Conservatorio. A 18 anni dovette guadagnare e lasciò Bologna per Venezia, dove scrisse la sua prima opera seria (“La cambiale del matrimonio”).
Per tutta la sua vita, Rossini tenne diverse case a Bologna e vi visse a intermittenza.
Nel 1822, sposò il famoso mezzosoprano Isabela Colbran a Bologna (vedi sotto). Tennero case in città (una targa sulla Strada Maggiore la ricorda ancora) e in campagna.
Con l’assunzione della responsabilità del Théâtre lyrique, i due si erano trasferiti a Parigi. Dopo la fine della sua carriera di cantante, la Colbran divenne erratica e dipendente dal gioco d’azzardo. Nel 1829 Rossini riportò la moglie a Bologna, dove d’ora in poi avrebbe vissuto con i genitori di Rossini. Nelle lettere il padre di Rossini si lamentò più volte con suo figlio, che viveva a Parigi, del comportamento da diva di Isabelle, ma Gioachino si era già allontanato da lei e separato da Colbran, che era più grande di 7 anni. La vide solo molto sporadicamente. Nel 1845 lei morì e trovò la sua dimora a Bologna nel cimitero monumentale della Certosa.
Rossini incontrò la cortigiana Olympe Pélissier a Parigi, ma passò più volte a Bologna, dato che nel 1836 aveva preso un incarico a Bologna che lo riportava occasionalmente. Il culmine fu l’esecuzione del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, ma dopo la morte di Colbran Rossini lasciò definitivamente Bologna, questa volta con rabbia. Fu accusato da alcune persone di non sostenere il Risorgimento, cosa che lo fece infuriare. Rossini era una persona piuttosto apolitica e si diceva che la sua seconda moglie avesse avuto una cattiva influenza su di lui. Un amico riuscì a convincerlo a scrivere un inno alla libertà, che fu poi suonato in Piazza Maggiore. Questa fu la fine dell’ultimo capitolo bolognese della vita di Rossini.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Giuseppe Verdi
Verdi rimase attaccato alla sua terra per tutta la vita e rimase vicino a Bussetto nonostante la brutta ostilità a causa del suo concubinato con Giuseppina Strepponi.
Le Roncole
Verdi crebbe nella frazione di Le Roncole fuori Busseto. Fu educato a Busseto, dove fu incoraggiato in giovane età dal suo futuro suocero, Barezzi.
Busseto
Andò a scuola a Busseto e vi rimase per alcuni anni perché fu respinto al Conservatorio di Milano. A 23 anni sposò la figlia del suo mecenate Antonio Barezzi e a 25 lasciò la sua terra natale con la moglie Margherita, ma solo 2 anni dopo la catastrofe lo colpì quando la malattia e il parto gli portarono via la moglie e i due figli piccoli. Dopo un’enorme crisi Verdi poté riacquistare la sua compostezza con il trionfale successo di Nand a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata.
Dopo una grande crisi Verdi poté ritrovare la sua compostezza con il trionfale successo del Nabucco e a 32 anni poté acquistare una bella residenza a Busseto (il Palazzo Orlando nell’attuale via Roma), ma la gente di Busseto non approvava affatto la sua compagna Giuseppina Strepponi e così spinse il maestro prima a Parigi e poi a Sant’Agata dove trascorse il resto della sua vita.
Sant’Agata
A pochi chilometri da Bussetto si trova la maestosa tenuta di Sant’Agata, originariamente una fattoria, trasformata da Verdi in residenza. Acquistò il terreno nel 1848 e lo ampliò gradualmente, con l’obiettivo di ritirarvisi all’età di 60 anni. Vi visse dal 1851 fino alla fine della sua vita nel 1901 con la moglie Giuseppina e compose molte delle sue opere. Lì fu protetto dall’ostilità dei suoi compatrioti (vedi l’excursus sulla Traviata qui sotto) e apprezzò la vita da “contadino”, come lui stesso si definiva.

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