Guida all’opera online e Trama de LA FORZA DEL DESTINO di Verdi

La forza del destino è una delle tre opere spagnole (Don Carlo, Forza del destino, Il Trovatore) di Verdi, che entrano tutte nel mondo storico-eroico del grand opéra. Può essere giustamente annoverata tra le grandi opere di Verdi. I molti magnifici duetti tra Alvaro e Caro, le scene religiose di Leonora e i colorati ruoli secondari di Preziosilla, Guardiano e Fra Melitone caratterizzano quest’opera. I temi musicali di Verdi sono grandiosi e li usa per la prima volta come leitmotiv in tutta l’opera.

 

 

 

Contenuto

Trama

Commento

Atto I

Atto II

Atto III

Atto IV

 

Punti salienti

Ouvertüre

Me pellegrina ed orfana

Madre pietosa vergine

La vergine degli angeli

Oh, tu che in seno agli angeli

Solenne in quest’ora giurarmi dovete

Urna fatale del mio destino E salvo! Oh gioia!

Toh, Toh, poffare il mondo!

Invano, Alvaro, ti celasti al mondo … Le minaccie, i fieri accenti

Pace, pace mio Dio

 

Raccomandazione di registrazione

Raccomandazione di registrazione

 

 

 

 

Ruoli e Trama de LA FORZA DEL DESTINO

 

 

 

 

Premiere

St. Pietroburgo (versione originale), 1862; Milano (versione riveduta), 1869

Libretto

Francesco Maria Piave (Prima versione), Antonio Ghislanzoni (Seconda versione), basato su Don Alvaro o la fuerza del sino di Angel Perez de Saavedra

Main roles

Marchese di Calatrava, nobile spagnolo - Leonora, sua figlia e amante di Alvaro - Carlo, Suo figlio - Alvaro, Nobile meticcio del Perù - Preziosilla, Giovane zingara - Fra Melitone, Monaco - Guardiano, Padre

RACCOMANDAZIONE

DECCA, Mario del Monaco, Renata Tebaldi, Cesare Siepi diretti da Dmitri Mitropoulos e dal Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (registrazione dal vivo)

 

 

 

 

Commento

 

 

Libretto

Il dramma “Don Alvaro o la fuerza del sino” di Angel Perez de Saavedra fu la fonte letteraria dell’opera. Saavedra fu un drammaturgo, diplomatico e politico di grande talento, e arrivò persino a ricoprire la carica di primo ministro della Spagna per un giorno (!)! Iniziò la sua carriera come ufficiale militare e fu in grado di acquisire esperienza militare in diverse battaglie delle guerre napoleoniche, che fu in grado di utilizzare nei suoi romanzi come questo.

Lo stile romantico di Saavedra era basato sui pezzi storici e melodrammatici di Victor Hugo, e come espediente stilistico dei suoi romanzi aumentava “l’improbabilità delle loro azioni” quasi fino all’assurdo. I protagonisti di questo romanzo sono portati nei luoghi più diversi e la forza del destino li riunisce ancora e ancora, per quanto piccola possa essere la probabilità. L’atto finale costruisce il climax drammatico, in cui tutti i 6 personaggi principali finiscono nello stesso monastero allo stesso tempo per ragioni e motivi diversi!

La miscela colorata di scene di chiesa, cori dell’esercito, danze popolari, duetti d’amore e d’odio, duelli ecc. è sia una forza che una debolezza dell’opera. Una forza deriva dal fatto che ha dato vita a scene e immagini che Verdi cercava sempre e che hanno ispirato la sua musica. Una debolezza perché la trama appare all’ascoltatore riccamente implausibile e confusa, e perché l’opera diventa così un’opera con un allestimento scenico costoso e opulento (a parte il problema non trascurabile che l’opera deve essere lanciata con 6 grandi voci).

 

 

La storia delle origini fino alla prima

Nel 1858 (2 anni prima della composizione di Forza), Verdi scrisse la sua famosa osservazione degli anni della galera. Aveva portato da ultimo in scena “Il ballo in maschera” e voleva prendersi una pausa dopo quasi 20 anni iper-produttivi. Inoltre si assunse la responsabilità politica e fu eletto al parlamento italiano appena creato all’inizio del 1860. Così passarono quasi due anni prima che iniziasse il prossimo progetto.

Alla fine del 1860 il tenore Enrico Tamberlinck visitò Giuseppe Verdi nella sua tenuta vicino a Bussetto. Presentò al celebre compositore l’offerta dell’Opera Imperiale di San Pietroburgo di pubblicare una sua opera, i cui termini Verdi fu in grado di definire da solo. Verdi propose ai russi il dramma di Saavedra (una precedente proposta era stata precedentemente rifiutata per motivi di censura). La direzione del teatro accettò e Verdi incaricò Piave di scrivere il loro ottavo (e ultimo) libretto comune. Verdi iniziò presto a lavorare sulla musica e nel novembre 1861 la partitura era completa. Verdi si recò a San Pietroburgo per supervisionare le prove. Sfortunatamente, la cantante del ruolo principale si ammalò. Poiché Verdi non voleva correre il rischio di una sostituta insufficiente, la prima dovette essere rimandata all’anno successivo.

12 mesi dopo Verdi riprese l’arduo viaggio di 4’000 miglia. La sua musica era molto popolare in Russia, e molte delle sue opere furono accolte con entusiasmo nell’ultimo decennio. E così quest’opera ricevette molti applausi dal pubblico russo alla sua prima. C’erano però due gruppi che diedero all’opera un’accoglienza riservata: da una parte la fazione wagnerista e dall’altra i russi nazionali intorno a Balakirev, dal cui nucleo si formò in seguito il “Russian five” (“gruppo dei cinque”).

 

 

La nuova versione per la Scala

In seguito Verdi fu solo parzialmente soddisfatto della versione di San Pietroburgo. Le recensioni delle successive produzioni in Italia e in Spagna furono contrastanti. Forse sulla base dell’amara esperienza del “Simon Boccanegra”, temeva che l’opera nella sua forma attuale fosse troppo cupa e che non si sarebbe fatta strada in modo permanente nel repertorio. In occasione di una produzione scaligera nel 1869, decise di fare una revisione fondamentale, la cui versione è rimasta la più eseguita da allora. Aggiunse un’ouverture, adattò la sequenza delle scene, ampliò il terzo atto con le scene popolari di Preziosilla e Fra Melitone e cambiò il finale per mostrare l’assassinio di Leonora a scena aperta, ma lasciando Alvaro vivo (invece di saltare da una roccia).

 

 

I grandi personaggi dell’opera

Forse la caratteristica qualitativa più rilevante di quest’opera è il disegno dei ruoli. Si comincia con Leonora, la cui presenza scenica temporale non è molto alta, ma che ottiene tre grandi e impressionanti scene soliste. I due ruoli maschili principali sono impegnativi e molto gratificanti per grandi cantanti con voci drammatiche. Insieme possono brillare in 3 grandi e lunghi duetti. Più speciali sono i tre ruoli di supporto, che danno agli artisti l’opportunità di formarli in ritratti di ruolo impressionanti. Innanzitutto Fra Melitone, che ha quasi la qualità di un precursore del Falstaff ed è uno dei pochi ruoli verdiani da buffo. Da citare anche Padre Guardiano, con una personalità e una forza degne del grand opéra, e infine la spagnola Preziosilla, che sa conquistare il pubblico con canti e balli.

 

 

I leitmotiv

Verdi usa costantemente i leitmotiv in quest’opera. Non occupano lo spazio e il ruolo estensivo come li definì più tardi Wagner nel Ring, per esempio, ma hanno la funzione di motivi di memoria. Nei brani annotati, troverete esempi musicali dei leitmotiv più importanti, la maggior parte dei quali Verdi introduce già nell’ouverture.

 

 

La musica

L’influenza del grand opéra parigino è chiaramente evidente in quest’opera. Si distingue per i suoi 4 atti con luoghi e ambienti completamente diversi. Per tenerne conto, Verdi ha composto un potpourri di stili musicali che vanno dai ritmi di danza spagnola alla musica da chiesa.

Anche le voci dei ruoli principali si sono evolute verso il grand opéra. Il classico soprano italiano di coloratura della Traviata è passato, Leonora non deve quasi più cantare figure decorate, ma si trasforma nel drammatico Fach. Il tenore ha anche passaggi di declamazione recitativa più lunghi, come era pratica comune nel grand opéra. Inoltre, un do acuto composto appare per la prima volta in un’opera di Verdi. Questo era dedicato al primo Alvaro, il Tamberlinck dalla voce potente; nella seconda versione Verdi rinunciò all’aria e il do alto scomparve dalla partitura.

 

 

 

 

LA FORZA DEL DESTINO Atto 1

 

Trama: In una vecchia casa di campagna del Marchese di Calatrava a Siviglia.

Questa ouverture è un pezzo orchestrale popolare e grande, che si sente spesso in sala da concerto. Verdi la compose per la seconda versione (quella di Milano). Verdi l’ha composta per la seconda versione (la versione di Milano), sostituendo una versione meno pesante e più cupa. Proprio all’inizio, 3 accordi suonano negli ottoni. Essi simboleggiano il potere del destino. Subito dopo, si sente il motivo più importante, il motivo del destino:

Dopo circa un minuto, si sente il secondo leitmotiv, è il motivo del pentimento di Alvaro, che sentiamo, per esempio, nel secondo duetto con Carlo nel quarto atto:

Il motivo successivo (dopo un totale di circa 2 minuti) è un motivo di pietà con un carattere religioso, che suona sopra il tremolo drammatico degli archi, riflettendo il desiderio di consolazione di Leonora ma anche descrivendo la sua agitazione. Diventa un tema importante nella sua grande aria “Madre pietosa vergine” del secondo atto e si sente alle parole “Deh, non abbandonar signor, per pietà” (Signore abbi pietà di me, non lasciarmi).

Come quarto motivo, sentiamo un tema confortante, che incontreremo nel duetto di Leonora e Padre Guardiano, quando lui le permette di essere ammessa al monastero e Leonora sente un senso di sicurezza per la prima volta dopo anni:

Overture – Muti


Il dilemma di Leonora

Trama: È tardi e il marchese augura la buona notte a sua figlia Leonora. Leonora è tormentata da una coscienza sporca, perché ha intenzione di fuggire con Don Alvaro quella stessa notte. Saluta amorevolmente il padre. Non può aprirgli il suo cuore, lui non approverebbe mai il suo legame con il nobile e meticcio Don Alvaro. È depressa di lasciare la casa della sua infanzia.

Nessuna cantante è stata in grado di mettere la desolazione di Leonora in modo così impressionante come Maria Callas. Kesting ha commentato: “Me pellegrina ed orfana – questi due versi di Leonora non sono, come testo, all’inizio che un messaggio. Che in queste parole si nasconda come incapsulato tutto il dramma a venire di Leonora, è qualcosa che solo Maria Callas sa cantare, con un tono che, perché di dolore, quasi soffoca la voce” (Kesting, Maria Callas).

Me pellegrina ed orfana – Callas

 

Trama: Don Alvaro si presenta per portarla con sé, il prete la aspetta già per il matrimonio. Ma Leonora esita, vuole aspettare il giorno dopo per salutare il padre. Don Alvaro è stupito, agitato la libera dalla promessa di matrimonio. Poi Leonora cambia di nuovo idea ed è pronta a fuggire con lui questa stessa notte.

In questa scena, sentiamo il motivo che descrive l’amore profondamente sentito di Alvaro nella prima parte:

Il ruolo di Alvaro è scritto tutto in una tessitura alta. Lunghi passaggi, come quelli udibili in questo duetto, sono stati scritti nel cosiddetto Passaggio (la transizione tra voce di petto e di testa intorno alla nota F), che è sgradevole e impegnativo per i cantanti.

In questa scena ascoltiamo Mario del Monaco con Renata Tebaldi in una registrazione dal vivo del 1954. Del Monaco assolve il compito con un’energia entusiasmante.

Ah per sempre, o mio bell’angio – del Monaco / Tebaldi

 

Il colpo fatale

Trama: Sentono dei passi in casa. Il marchese appare con due servi armati. Incensurato, il marchese punta la sua pistola contro Alvaro, che a sua volta ha estratto una pistola. Alvaro giura al marchese la sua intenzione onorevole e la purezza di sua figlia. In segno di riconciliazione getta la pistola a terra. Un colpo viene sparato e colpisce mortalmente il marchese che, con le sue ultime forze, maledice la figlia. Don Alvaro attira Leonora alla finestra e insieme fuggono.

E tardi … vil seduttor – Plowright / Carreras / Rigby

 

 

 

LA FORZA DEL DESTINO Atto 2

 

 

 

Trama: In una taverna di paese. I contadini ballano una seguidilla.

Holà, holà – Sinopoli

 

 

Don Carlo vuole vendicare suo padre

Trama: Don Carlo siede a un tavolo, vestito da studente. Sono passati 18 mesi dall’incidente. Sta ancora cercando sua sorella Leonora e l’assassino di suo padre. Leonora, che è stata separata da Don Alvaro nel tumulto, entra nella taverna in abiti maschili, accompagnata dal mulattiere Trabuco. Quando vede suo fratello, è spaventata e si nasconde rapidamente. Ora appare la zingara Preziosilla. Attira le reclute per la campagna d’Italia.

Agnes Baltsa era una grande Preziosilla. La sua interpretazione oscillante e accattivante insieme alla brillantezza dell’orchestra diretta da Sinopoli formano una combinazione meravigliosa.

Al suono del tamburo – Baltsa

 

Trama: Pellegrini passano, gli ospiti della locanda si uniscono al loro canto.

Padre eterno Signor … Pietà di noi – Molinari

 

Trama: Don Carlo entra in conversazione con Trabuco. Si informa su dove sia il suo compagno e si prende gioco del fatto che non ha la barba. Il padrone di casa non vuole problemi e vuole sapere chi è Carlo. Finge di essere lo studente Pereda. Racconta la storia di un amico che sta cercando l’assassino di suo padre che è fuggito con sua figlia in America.
Con questa canzone studentesca Verdi ha scritto un pezzo bello e orecchiabile.

Son Pereda, son ricco d’onore – Bastiannini

La grande preghiera di Leonora

Trama: Su una roccia vicino a un monastero. Esausta, Leonora arriva in abiti maschili. Aveva ascoltato segretamente suo fratello nella locanda e ha appreso con amarezza la presunta fuga di Alvaro in America. Vuole pentirsi al monastero.

Con “Madre pietosa Vergine” Verdi scrive di nuovo una grande aria religiosa per questa scena di Leonora. Leonora è in uno stato di massima eccitazione, che Verdi crea prima con il motivo introduttivo degli archi, che imita il pulsare eccitato del suo cuore. La sua eccitazione aumenta ulteriormente con il tremolo degli archi e il coro di sottofondo dei monaci.

Verdi ha creato un effetto particolarmente bello componendo la prima sezione in chiave minore, e facendo cambiare il primo celestiale e inneggiante “Deh non m’abandonar” nel parallelo maggiore, dando così fiducia alla supplica di Leonora.

Sentiamo questa scena di Leonora nell’interpretazione di Maria Callas. È unico come riesce a creare l’eccitazione di Leonora all’inizio con un leggero tremolo nella sua voce e poi come cambia nel “Deh non m’abandonar”. Grandioso come modella la sua voce nel duetto con il coro dei monaci.

Madre pietosa vergine – Callas

 

Questa scena ricorda l’inno “Ineggiamo” della Cavalleria rusticana di Mascagni, di cui Maria Callas fu una grande interprete: https://opera-inside.com/cavalleria-rusticana-by-pietro-mascagni/#Ineggiamo

 

Trama: L’abate del monastero la riceve. Ha ricevuto una lettera e conosce la storia. Ha pietà di lei e concede a Leonora la sua richiesta di poter terminare la sua vita da eremita, dove dovrà vivere con scarse razioni e in assoluta solitudine, nessuno dei monaci potrà contattarla.

Il duetto di Leonora con Guardiano è, psicologicamente parlando, il colloquio che non ha mai avuto con suo padre. Il duetto termina (nell’esempio sonoro a 11:30) con un effetto meraviglioso: mentre Leonora scivola vocalmente nelle note più alte, la voce dell’ecclesiastico va nelle profondità più nere.

Ascoltate la grande registrazione del duetto di Cesare Siepi e Renata Tebaldi dalla registrazione Mitropoulos. Mostra un duetto entusiasmante e pieno di anima di due grandi voci allo zenit della loro arte.

Chi mi cerca – Tebaldi / Siepi

 

L’ammissione di Leonora al monastero come eremita

Trama: Leonora viene accolta nel monastero con una cerimonia solenne. L’abate ordina ai monaci che nessuno possa mai avvicinarsi alla persona sconosciuta. Solo al suono della campana a morto le sarà concessa l’ultima consolazione.

Si dice che Verdi sia stato ispirato a scrivere questa scena da un dipinto in una chiesa di Cortemaggiore (tra Busseto e Piacenza):

Ascoltate e vedete questa impressionante scena di chiesa in una registrazione del Teatro dell’Opera di San Pietroburgo.

Il santo nome di Dio Signore – Ghergiev

 

Questa scena è semplicemente fantastica nell’interpretazione di Ezio Pinza e Rosa Ponselle. La Ponselle doveva avere una voce pura come una campana, cosa che si può solo intuire in base alla tecnica di registrazione del 1928. Il bel basso caldo di Pinza dà alla scena il fondamento, che ha portato a una registrazione piena di anima.

La vergine degli angeli – Pinza / Ponselle

 

 

 

LA FORZA DEL DESTINO Atto 3

 

 

Nel campo

Trama: In un campo  vicino a Roma. I soldati stanno giocando a carte. Nelle vicinanze c’è Don Alvaro. Si è arruolato ed è un ufficiale dell’esercito spagnolo. I suoi pensieri sono rivolti a Leonora, che crede morta, e desidera che gli angeli l’abbiano portata in cielo.

L’aria di Alvaro è tanto bella quanto infida. Dopo una lunga pausa (Alvaro non appare nel secondo atto) deve cantare un lungo (quasi 7 minuti) e importante recitativo. Poi entra in un’aria in cui la voce è molto esposta a causa della strumentazione molto rada dell’orchestra, e che è scritta in una tessitura alta. L’effetto che il cantante può esercitare sul pizzicato degli archi e sul clarinetto bramoso è comunque ammaliante.

Proprio all’inizio sentiamo il tema di Alvaro nel clarinetto. Verdi ha dato a questo strumento una funzione prominente in quest’opera come un importante accompagnamento vocale di Alvaro; l’ha scritto per un ex amico studente che suonava il primo clarinetto nell’orchestra dell’Opera di San Pietroburgo. In quest’aria lo strumento abbraccia la voce del tenore.

Sentiamo Richard Tucker, una delle grandi voci tenorili del dopoguerra.

Oh, tu che in seno agli angeli – Tucker

 

In una seconda versione potrete ascoltare questa esecuzione con il recitativo di accompagnamento cantato da Benjamino Gigli. Egli fu il legittimo successore di Caruso e condivise con lui una voce vellutata e intrisa di legato.

La vita è inferno all’infelice … Oh, tu che in seno agli angeli – Gigli

 

I grandi duetti di Alvaro e Carlo

Trama: Rumori provengono dai soldati. Alvaro si precipita in aiuto di un ufficiale che è stato aggredito dai cardatori. Si tratta di Carlo, anche lui assunto sotto falso nome. I due diventano amici, ma non conoscono la loro rispettiva identità reale.

A questo punto c’è un grande duetto di giuramento, che viene cantato quasi a cappella. È l’antesignano del grande duetto d’amicizia “Dio nell’alma infondere” che Verdi scrisse qualche anno dopo per la sua opera successiva Don Carlo. https://opera-inside.com/don-carlo-by-verdi-the-opera-guide-and-synopsis/#Dio

Sentiamo il duetto nella versione dei due vocalisti Franco Corelli ed Ettore Bastiannini.

Amici in vita, in morte – Corelli / Bastiannini

 

Trama: Le truppe sono sotto attacco. Don Alvaro guida le sue truppe nella battaglia e viene gravemente ferito e portato in infermeria. Don Carlo è con lui. Gli promette l’Ordine di Calatrava per il suo coraggio. Quando Alvaro sente il nome, rabbrividisce e dà a Carlo una chiave con la richiesta di bruciare il contenuto della scatola con il suo segreto in caso di morte. Commossi, si salutano e Alvaro viene portato dal chirurgo.

Questo duo è uno dei più bei duetti di Verdi per baritono e tenore. È la scena quasi tenera di due uomini, che poco dopo cercheranno di uccidersi a vicenda. Anche questa parte è orchestrata in modo molto riservato, rendendo intensamente udibili le lunghe linee delle voci cantanti.
Sentiamo questa scena in una produzione del Met. La voce calda ed espressiva di Domingo viene fuori meravigliosamente in questa scena. L’opulenza della sua voce è in grado di travolgere l’ascoltatore. C’è un simpatico aneddoto su questa scena:

“I primi sentimenti positivi di Marta verso Domingo erano stati suscitati quando lo aveva sentito cantare il famoso duetto tenore/baritono Solenne in quest’ora. Fino ad allora lo aveva considerato un po’ leggero e superficiale. Ma questo duetto la convinse che c’era qualcosa di insolito, qualcosa di speciale in questo giovane uomo. Chiunque ascolti Domingo cantare questo duetto su disco o in video – il modo icomparabile in cui morde, sbatte e carica le parole con sentimento – saprà esattamente cosa lei intende (Matheopoulous, “Domingo, i miei ruoli operistici”)

Solenne in quest’ora giurarmi dovete (1) – Domingo / Chernov

 

Caruso stesso ha dichiarato che questo pezzo è la sua migliore registrazione di duetto. In effetti, questa interpretazione dei due napoletani ha ricevuto uno status di riferimento. Entrambe le voci armonizzano al massimo grado ed emanano una morbidezza vellutata nel più bel legato.

Solenne in quest’ora giurarmi dovete (2) – Caruso / Scotti

 

Per i fan del leggendario duo Björling / Merrill è la scena con la dolorosamente bella voce tenorile di Jussi Björling e la ricca voce di Robert Merrill. Purtroppo non esiste una registrazione completa di quest’opera con il grande tenore verdiano Jussi Björling, anche se la sua voce è stata fatta per l’Alvaro.

Solenne in quest’ora giurarmi dovete (3) – Björling / Merrill

 

 

Carlo riconosce il suo nemico mortale – “Urna fatale del mio destino”

Trama: Carlo ha notato la reazione di Alvaro al nome Calatrava. Ha il brutto sospetto che Alvaro possa essere l’assassino di suo padre. Il contenuto della scatola potrebbe rivelare la verità. Quando la apre, trova un foglio sigillato. Si chiede se sia il caso di tradire la fiducia del suo amico. Quando trova un medaglione di Leonora nella sua giacca, non c’è spazio per i dubbi. Il suo desiderio è che Alvaro muoia per mano sua. In questo momento il chirurgo appare e riferisce che Alvaro è sopravvissuto. Carlo trionfa, la vendetta è vicina!

Anche l’aria di Carlo fu orchestrata con parsimonia da Verdi. È accompagnata solo da archi punteggiati, sopra i quali emerge la voce legata esposta. Verdi scrive una musica maestosa e antiquata per il “vecchio” Carlo, che ha ancora elementi classici del bel canto, come i molti ornamenti.

In questa scena intima ascoltiamo il baritono americano Leonard Warren, uno dei grandi baritoni verdiani del dopoguerra. Possedeva una voce ricca ed estremamente sicura nel registro acuto e si suppone che arrivasse fino al Do. Questa parte dell’opera ha una fama tragica perché Warren morì alla fiorente età di 48 anni sul palcoscenico aperto in questa scena. Questo è ciò che accadde:

Il 4 marzo, durante una rappresentazione de La forza del destino con Renata Tebaldi come Leonora e Thomas Schippers che dirigeva, Warren crollò improvvisamente e morì sul palco. Testimoni oculari tra cui Rudolf Bing hanno riferito che Warren aveva completato l’aria del terzo atto di Don Carlo, che inizia Morir, tremenda cosa, e avrebbe dovuto aprire un portafoglio sigillato, esaminare il contenuto e gridare “È salvo, o gioia”, prima di lanciarsi nella vigorosa cabaletta. Mentre Bing riferisce che Warren semplicemente tacque e cadde a faccia in giù sul pavimento,[3] altri affermano che iniziò a tossire e ad ansimare, e che gridò “Aiutatemi, aiutatemi!” prima di cadere a terra, rimanendo immobile. Roald Reitan, che cantava il Chirurgo, era sul palco con Warren al momento della sua morte, e tentò di prestare soccorso.[1] Sebbene non sia stata eseguita alcuna autopsia, la morte di Warren fu inizialmente pensata per essere stata causata da una massiccia emorragia cerebrale, ma fu poi ritenuta dal medico del Met che assistette Warren dopo il suo collasso, un attacco di cuore; Warren aveva quarantotto anni. (Fonte: Wikipedia)

Urna fatale del mio destino E salvo! Oh gioia! – Warren

 

 

Trama: Con cura Carlo ha curato Alvaro fino alla salute. Quando Don Alvaro riacquista le forze, Carlo si rivela. Alvaro cerca la pace e gli offre l’amicizia, ma Carlo vuole il sangue di Alvaro e Leonora con la sua spada. I due combattono un duello, ma vengono separati dai soldati. Alvaro decide di rinunciare a fare il soldato per trovare la pace in un monastero.

Questo duetto viene spesso cancellato nelle esecuzioni dal vivo, perché è il terzo duetto di Alvaro e Carlo di seguito e con una lunghezza di quasi 10 minuti forse troppo buona. Ha passaggi musicalmente molto belli. Inizia in stile declamatorio e prosegue nell’affascinante contrappunto dell’implorante Alvaro e dello spietato Carlo, che aumenta di furia quando Carlo annuncia che anche Leonora morirà per la sua spada. Si conclude con la drammatica promessa di Alvaro di continuare la sua vita in un monastero.

Né gustare m’è dato un’ora di quiete – Corelli / Batiastinni

 

Trama: Nel campo dei soldati. I mercanti offrono la loro merce. Preziosilla accompagna i soldati come chiromante.

Si può vedere una bella interpretazione di questa breve performance di Preziosilla in una produzione del Teatro Colon (Buenos Aires)

Venite tutti indovina

 

Trama: Appaiono contadini mendicanti. Le madri piangono i giovani che sono stati reclutati con la forza. Preziosilla deride gli uomini come figli delle madri e loda la vita del soldato, e i vivandieri ballano con le reclute.

Nella guerra, è la follia – Sinopoli

 

 

Il sermone cappuccino di Fra Melitone

Trama: Fra Melitone appare e lamenta i monasteri distrutti e il comportamento peccaminoso dei soldati, che cacciano il frate.

Piave e Verdi hanno preso questa scena quasi 1:1 dal dramma di Schiller “Wallenstein”. Si tratta di un’esortazione in linguaggio popolare ai soldati affinché rinuncino al loro comportamento vizioso. Le fu dato il nome di sermone dei Cappuccini, dopo l’appartenenza del frate all’ordine omonimo (i Cappuccini sono i frati itineranti dei Francescani).

Ascoltiamo Fernando Corena, uno dei grandi Basso Buffo che ha creato un bellissimo monumento a questo scontroso fratello Melitone.

Toh, Toh, poffare il mondo! – Corena

 

Trama: Preziosilla protegge il monaco e approva un piano di consiglio.

In questo rataplan (la parola onomatopeica descrive il suono prodotto quando si agita il tamburo militare), l’amante dell’opera pensa naturalmente al rataplan di Marie de “la fille du régiment”, che Verdi certamente conosceva: Questo passaggio del documento audio è di 5:00. https://opera-inside.com/la-fille-du-regiment-by-gaetano-donizetti-the-opera-guide-and-synopsis/#Au

Si può vedere questa scena in una produzione della Scala, accompagnata da un eccellente coro.

Rataplan – D’intino

 

 

 

LA FORZA DEL DESTINO Atto 4

 

 

 

 

Trama: Nel Convento della Vergine degli Angeli. Sono passati cinque anni. I bisognosi ricevono la minestra da Fra Melitone. Lui prende in giro i mendicanti mentre loro lodano Padre Raffaele, che ha sempre trovato parole gentili per loro.

Un’interpretazione vocalmente bella di Juan Pons.

Fate la carità – Pons

 

 

Un altro grande duetto di Alvaro e Carlo

Trama: Padre Raphael, nientemeno che Don Alvaro, si è ritirato da tempo nella sua cella. Ora Carlo appare nel convento, si è messo sulle tracce di Alvaro. Quando si incontrano, Carlo tira fuori due spade che ha portato per un duello. Il monaco Alvaro cerca di convincerlo dello sfortunato incidente del colpo di pistola per il quale sta pagando nel convento. Carlo lo provoca di nuovo rimproverandolo come meticcio, al che Alvaro afferra la spada ma cerca di ricomporsi. Ancora una volta Carlo cerca di provocarlo con uno schiaffo in faccia. Ora si precipitano dal monastero per trovare un posto per il loro duello.

Arriviamo ad un altro grande duetto dei due avversari. Un passaggio particolarmente bello inizia nel documento audio a 3:51 dove Alvaro chiede umilmente pietà con il suo leitmotiv malinconico, ma Carlo canta amaramente a 4:51 “Hai lasciato a me una sorella che, tradita, hai abbandonato all’infamia e al disonore”. Riprende il motivo di Alvaro e Verdi lascia che il motivo del destino lo accompagni dolorosamente nell’orchestra.

Nella playlist troviamo 3 interpretazioni di questo appassionante duetto.

Sentiamo e vediamo questo duetto prima nell’interpretazione di Domingo e Chernov.

Invano, Alvaro, ti celasti al mondo … Le minaccie, i fieri accenti (1) – Domingo/Chernov

 

Un’interpretazione impressionante di due vecchi maestri in un Met Gala del 1972.

Invano, Alvaro, ti celasti al mondo … Le minaccie, i fieri accenti (2) – Merill / Tucker

 

Per molti esperti, la seguente registrazione è un riferimento per questo duetto, dove “l’eccitazione porta a una ‘furia vocale'” (Kesting, Grandi Cantanti).

Invano, Alvaro, ti celasti al mondo … Le minaccie, i fieri accenti (3) – De Luca / Martinelli

 

 

La grande preghiera di Leonora “Pace, pace, mio dio”

Trama: Non lontano c’è Leonora nel suo eremo.

Pace, ritmo è la preghiera di Leonora, la sua richiesta di pace, che non raggiungerà sulla terra e desidera la sua morte (“Oh Dio, fammi morire”). Quasi nessun’altra aria fa sentire la disperazione di una donna in modo così diretto, e offre alla cantante molte opportunità di catturare l’ascoltatore.

Inizia con un grido dirompente “Pace” (“Pace”), con un suono gonfio, deve suonare pieno di calore e disperazione e catturare immediatamente l’ascoltatore.

La sua voce è accompagnata da strumenti a fiato sospirati e dall’arpa. Oltre alle parti pianistiche della prima parte, l’angelico (scritto in pianissimo!) si bemolle alto nella parte centrale e la drammatica “maledizione” alla fine costituiscono i grandi punti salienti di quest’aria.

Sentiamo quest’aria in 4 interpretazioni.

Nel ruolo di Leonora e nel “pace, pace” Renata Tebaldi era forse impareggiabile. Il suo pianoforte angelico trasforma quest’aria in un monumento ed è una delle più belle registrazioni di questa grande cantante.

Pace, pace mio Dio – Tebaldi

 

Steane ha descritto Leontyne Price “come il miglior soprano verdiano del XX secolo”. Si può discutere su questo, naturalmente, ma il suo “Pace, pace” è uno dei pochi che suonano nella lega dell’interpretazione della Tebaldi. La sua voce “fumosa” ha un timbro affascinante nei passaggi bassi e la parte di pianoforte all’inizio è grande e la maledizione ha un fattore pelle d’oca.

Pace, pace mio Dio – Prezzo

 

Forse i piani della Callas non avevano la qualità e la bellezza di quelli della Tebaldi in quest’aria, ma nessuno poteva ritrarre l’amarezza e la supplica in modo così credibile e amaramente bello come Maria Callas. E poi alla fine arriva questa incredibile maledizione.

Pace, pace mio Dio – Callas

 

La Forza 2019 di Netrebko a Londra è stata un trionfo. La sua voce quasi da mezzosoprano ha trionfato in ritmo, ritmo.

Pace, pace mio Dio – Netrebko

 

 

Il terzetto finale

Trama: Sente il rumore del duello. Quando Carlo è mortalmente ferito, Alvaro chiama l’eremita sconosciuto per prendere i voti confessionali di Carlo. Sorpreso, riconosce Leonora. Lei si precipita da Carlo morente. Lui non può perdonarla nemmeno nella morte e le pianta un pugnale nel petto. Padre Guardiano si precipita e cerca parole di conforto per Leonora morente.

Con questa conclusione muore anche il terzo membro della famiglia Calatrava. Per sottolineare la tragedia di questo momento, il padre di Leonora appare in molte produzioni al posto di Guardiano. Entrambi i ruoli sono scritti per lo stesso tipo di voce e sono solitamente cantati dalla stessa persona. L’opera termina con un grande trio e accordi di pianoforte dell’orchestra.

Io muoio … Non imprecare, umiliati – Kaufmann / Herteros

 

 

 

Raccomandazione di registrazione

DECCA : Mario del Monaco, Renata Tebaldi, Cesare Siepi sotto la direzione di Dmitri Mitroupoulos e il Coro e l’Orchestra del maggio musicale fiorentino (registrazione dal vivo).

 

 

 

Peter Lutz, opera-inside, la guida dell’opera online su LA FORZA DEL DESTINO di Giuseppe Verdi.

 

 

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