MILANO – Guida di viaggio per l’opera, la musica classica e la cultura
Non categorizzato, Destinazioni principaliMilano: Una guida di viaggio per gli appassionati di musica
Visita le destinazioni per la musica classica e l’arte lirica con una connessione storica. Conoscere idee entusiasmanti e informazioni di fondo
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GOOGLE MAPS - QUADRO GENERALE DELLE DESTINAZIONI
Qui puoi trovare le posizioni di tutte le destinazioni descritte su Google Maps.
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VITA E LAVORO DEI COMPOSITORI A MILANO
Leggete i destini di artisti famosi nella capitale italiana dell’opera.
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Leggi la storia illustre della Scala.
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CHIESE
Anche Mozart c’era
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MUSEI
Il Museo della Scala: un must per gli appassionati dell’opera.
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CASE E APPARTAMENTI DI ARTISTI
Dove vivevano la Callas e Mozart
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CIMITERI E TOMBE DI MUSICISTI FAMOSI
Il Cimitero Monumentale: Il Cimitero Monumentale di Milano. Ma il più grande di tutti non riposa lì
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HOTEL, RISTORANTI E SPECIALITA
Dove soggiornare sulle orme di Verdi, visitare il luogo preferito della Callas e conoscere una specialità milanese
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OPERE CON UNA RELAZIONE A MILANO
Come due famose opere hanno fallito nella loro prima alla Scala
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MAPPA DELLE DESTINAZIONI DI VIAGGIO DELLA GUIDA VIAGGIO MILANO
Zoom per destinazioni a MILANO:
VITA E LAVORO DEI COMPOSITORI A MILANO
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI

Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI

CHIESE
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI

MUSEI
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
LINK ALLA BIOGRAFIA COMPLETA DI VERDI

CASE E APPARTAMENTI DI ARTISTI
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
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CIMITERI E TOMBE DI FAMOSI MUSICISTI
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
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HOTEL, RISTORANTI E SPECIALITÀ
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
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Brani musicali con riferimento a Milano
Vincenzo Bellini
La collaborazione con il librettista Romani
Milano fu la più importante stazione artistica di Vincenzo Bellini. L’impresario Barbaja organizzò il contatto con il principale librettista della Scala, Felice Romani, che, ad eccezione de “I Puritani”, avrebbe scritto tutti i libretti successivi di Bellini.
Felice Romani:

Trionfo e sconfitta
La prima opera “Il pirata” colpì Milano come una bomba e Bellini scrisse sei opere per la Scala e il Carcano nei successivi 4 anni. A Milano entrò anche in contatto con 2 dei 3 Giuditta che ebbero un ruolo importante nella sua vita. Da una parte la relazione con la Turina sposata (saltata per una lettera intercettata) e dall’altra il sodalizio artistico (e probabilmente privato) con la famosa Giuditta Pasta.
Bellini si mosse abilmente nei salotti aristocratici milanesi e creò rapidamente una rete di relazioni. Tuttavia, questo non lo protesse dalla più grande disgrazia della sua carriera, la scandalosa prima della sua “Norma” alla Scala (di più su questo nell’excursus alla fine).

Maria Callas
Battaglia per il regno della regina della Scala
Nel 1950 Maria Callas aveva cantato per la prima volta alla Scala e divenne la “primadonna assoluta” della Scala negli anni ’50.
Ma ha dovuto lottare per questa posizione. Quando arrivò alla Scala, Renata Tebaldi occupava questo posto, intronizzata come “voce d’angelo” alla riapertura della Scala nel 1946 da Toscanini. Ciò che seguì non fu solo una competizione artistica ma anche un’animosità personale. La Tebaldi affascinava con la sua voce angelica, la Callas con la sua espressione drammatica e la sua tecnica stupenda. Le claque dei due cantanti fecero la loro parte per alimentare la rivalità. Alla fine la Callas ottenne il sopravvento e la Tebaldi si concentrò sul Met, e così entrambe le cantanti ottennero i loro regni regnanti.
Il rapporto della Callas con il pubblico e la direzione non fu mai privo di tensioni, comunque; forse la grandezza della sua importanza fu realizzata solo in retrospettiva, perché molte delle più grandi performance e la maggior parte delle grandi registrazioni furono fatte alla Scala. L’ultima rappresentazione fu nel 1962, con oltre un decennio di emozioni in mezzo.

Gaetano Donizetti
La carriera a Milano
Milano ha giocato un ruolo minore nella biografia personale di Donizetti insieme a Bergamo, Napoli e Parigi Eppure la metropoli del nord Italia fu decisiva per la carriera del lombardo. Nel 1830 vi iniziò la sua carriera internazionale con il trionfo del suo primo capolavoro “Anna Bolena” con la coppia da sogno Giuditta Patsa e Giovanni Rubini.
Due anni dopo si presentò al pubblico milanese con “Elisir d’amore”. Alla prima dell’opera, il 12 maggio 1832, Donizetti visse uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Le ovazioni del pubblico furono gigantesche, e le recensioni sui giornali furono travolgenti. Donizetti confermò così brillantemente il successo che aveva ottenuto con “Anna Bolena” due anni prima. Ora era finalmente alla pari con il suo amico e rivale Bellini, e i due divennero i principali compositori d’opera italiani.

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI DONIZETTI
Wolfgang Amadeus Mozart
Il trionfo da quattordicenne con un’opera
Nel gennaio 1770, padre e figlio Mozart arrivano a Milano. Dopo le fatiche della traversata del Brennero nella neve e nel freddo, i due sperano in una lucrosa commissione.Mozart prende lezioni dal vecchio Sammartini e gli viene permesso di esibirsi in pubblico diverse volte. La commissione arriva e Mozart riceve un libretto per “Mitridate re di Ponte”.
In autunno tornano con l’opera finita. Il quattordicenne Mozart dirige da solo le prime tre rappresentazioni e i milanesi sono al settimo cielo, assicurando il tutto esaurito per mesi. Mozart torna altre due volte con opere per Milano (“Ascanio” e “Lucio Silla”) finché l’arcivescovo Colloredo di Salisburgo non interrompe le commissioni. Tutte e tre le rappresentazioni ebbero luogo nel Pallazio Regio Ducale, che bruciò tre anni dopo la prima di “Lucio Silla”. La prossima tappa del tour in Italia è Bologna
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI MOZART
Il Mozart quattordicenne:

Giacomo Puccini
Molti punti di contatto con Milano
Due prime di successo a Milano incorniciano la vita artistica di Puccini. Prima l’atto unico “Le Vili” al Teatro Verme nel 1884 e 40 anni dopo la prima postuma di “Turandot” alla Scala. Entrambe le rappresentazioni furono dei successi, la prima il successo di rispetto del nuovo arrivato e la seconda l’omaggio al monumento di Puccini, che con Turandot aveva dato vita al suo ultimo gigante. Nel mezzo, però, Puccini aveva più di una volta litigato con Milano, più precisamente con la Scala, vedi anche la digressione sulla prima di “Butterfly” alla Scala più avanti.
Milano per lui significava anche gli anni da studente topo al Conservatorio di Milano, dove divideva la stanza con Pietro Mascagni, tra gli altri. Ha ricordato questi anni con affetto ne “La Bohème”. Come compositore, Milano era importante per lui anche perché era la sede della filiale del suo editore Ricordi, con cui aveva completato tutti i suoi progetti d’opera tranne uno (La Rondine).[/sc_fs_faq]

Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI PUCCINI
Gioachino Rossini
Lavori di successo tra i 18 e i 25 anni.
Gli anni 1810-1820 furono gli anni di galera di Rossini, durante i quali scrisse oltre 30 opere per una dozzina di teatri. Eppure, nella biografia di Rossini, Milano fu messa in ombra da Napoli, Bologna e Parigi Tuttavia, il capoluogo lombardo vide le prime di una mezza dozzina di opere di Rossini, tra cui “Gazza ladra” e “Il turco in Italia”.
Il famoso sodalizio con Barbaja
Rossini vi conobbe Domenico Barbaja, che si occupava del “centro di spettacolo” alla Scala. La Scala dell’epoca di Rossini deve essere immaginata un po’ diversamente da come siamo abituati oggi. Mentre la musica era importante, l’aspetto sociale di una visita era almeno altrettanto importante. La Scala comprendeva anche un caffè, una pasticceria, una cucina e sale da gioco. L’intraprendente Domenico Barbaja era responsabile di queste ultime. Con l’arrivo dei francesi al potere durante gli anni napoleonici, il gioco d’azzardo fu legalizzato e Barbaja trasformò la Scala in un centro di intrattenimento con musica, gastronomia e gioco d’azzardo.[/sc_fs_faq]
Per la BIOGRAFIA COMPLETA DI ROSSINI
Il giovane Rossini:

Giuseppe Verdi
Un rapporto duraturo con la Scala
Per tutta la vita, la Scala di Milano fu il più importante punto di riferimento artistico di Verdi. La prima della sua prima opera (Oberto) ebbe luogo in questo teatro nel 1839, e 54 anni dopo anche quella della sua ultima opera (Falstaff). Inoltre, gli uffici del suo editore di sempre, Ricordi, si trovavano a Milano.
La sua carriera decollò davvero in questo teatro con il sensazionale successo di “Nabucco” nel 1843, al che l’impresario Merelli offrì a Verdi un contratto per un’opera successiva. Il contratto fu completamente elaborato, con solo uno scarto nella somma del compenso. Merelli, l’impresario della Scala, chiese al compositore di inserire lui stesso la somma che gli piaceva.
Verdi davanti alla Scala:

Morte e funerale a Milano
Dopo la morte della moglie Giuseppina nel 1897, Verdi trascorse spesso il tempo che gli rimaneva nella sua suite all’Albergo Milano (ora Gran Hotel), dove morì nella sua stanza nel 1901. Modestamente, secondo i suoi desideri, il suo corpo fu portato al cimitero per la sepoltura in una carrozza di III classe. Solo tre settimane dopo la sua salma fu trasferita nella cripta della Casa di riposo con l’enorme partecipazione della popolazione milanese, accompagnata dal canto delle stimate 300.000 persone lungo il percorso che spontaneamente cantavano “Va pensiero”. La sua suite della morte al Gran Hotel è stata conservata fino ad oggi e può essere prenotata.
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