Una compilation delle più belle arie d’amore per tenore con spiegazioni e grandi video di YouTube.
10
RECONDITA ARMONIA
da TOSCA di Giacomo Puccini
Sinossi: Cavaradossi dipinge un quadro della Madonna in chiesa, che ha decorato con le fattezze di Tosca e di una seconda bellezza sconosciuta che visita spesso la chiesa. Egli pensa alla sua amata Floria Tosca.
Quest’aria di Cavaradossi è un punto culminante dell’opera e viene suonata all’inizio del primo atto. Come Verdi, Puccini di tanto in tanto si diverte a punire i famigerati ritardatari.
L’aria “Recondita armonia” deve essere cantata contemplativamente dal tenore, un’indulgenza nel pensiero senza fretta. Puccini scrive “con dolcezza” nella partitura per l’orchestra. I bei dettagli devono essere evidenziati come le lettere “R” di “ardente” e “bruna” che descrivono Tosca. Cavaradossi deve cantare con precisione, proprio come il pittore lavora con occhio preciso. Così il tenore deve cantare diversamente le frasi “tu azzurro hai l’occhio” (Attavanti) e “Tosca hai l’occhio nero”, perché rimane chiaro che l’amore di Cavaradossi è per Tosca.
Questa bella aria tenorile del primo atto è il pezzo forte di molti tenori nei recital. Ascoltate la grande aria “Recondita armonia” cantata da Jussi Björling. Era uno dei più grandi tenori pucciniani. La sua voce aveva un timbro argenteo e le sue note alte erano di qualità eccezionale.
9
SE QUEL GUERRIERO IO FOSSI ... CELESTE AIDA
da AIDA di Giuseppe Verdi
Sinossi:Aida, la figlia del re etiope Amonasro vive come schiava alla corte egiziana. I guerrieri etiopi invadono l’Egitto per liberare Aida. L’ufficiale egiziano Radames sogna di ritornare dal suo amore segreto Aida, uscito vincitore dalla battaglia difensiva.
Verdi presenta il ruolo di Radames con notevoli difficoltà. Il ruolo è scritto per un “lirico spinto”, un “tenore eroico giovanile”. Radames non deve solo essere in grado di cantare le grandi arie eroiche, ma anche essere convincente nei passaggi lirici del pianoforte. La voce del tenore deve essere udibile sopra i suoni acuti della tromba ed essere in grado di tenere il passo con il calore dei fiati. Il tenore deve anche essere sicuro nelle note alte. Proprio all’inizio, Radames deve cantare la grande aria “Celeste Aida” senza essere cantato. Alcuni tenori considerano Celeste Aida l’aria per tenore più difficile di Verdi. La scena della lettera di Anna Netrebko è semplicemente magnifica. Lei padroneggia le parti intime di questo pezzo, il suo canto è sottile, i piani sono mozzafiato, per poi produrre estatiche note alte dalla sua gola piena poco dopo in grande fervore.
8
DU BIST MEIN GANZES HERZ
da LAND DES LÄCHELNS (Terra del sorriso) di Franz Lehar
Sinossi: Lisa si è innamorata dell’ambasciatore Sou-Chong. I due realizzano il loro amore reciproco e decidono di andare insieme in Cina. Lì, Lisa deve rendersi conto della spaccatura tra le loro culture, che la deprime. Il capofamiglia Tschang, esige che il principe sposi quattro donne manciù secondo le leggi del paese, Lisa sarebbe quindi la quinta moglie. Il principe comincia a rendersi conto della disperazione della situazione. Lisa è infelice nel paese straniero ed è piena di desiderio per la sua patria viennese. Ancora una volta, il principe cerca di confortarla e invoca il suo amore.
Questa canzone era praticamente nota-identica già presente nell’opera precedente “della giacca gialla”, ma non fu quasi notata. Nel remake del Paese dei Sorrisi, questo pezzo è diventato il numero d’oro. Per questo, molto merito va certamente dato al tenore Richard Tauber. Tauber aveva già collaborato con Lehar in 4 operette negli anni venti, e le canzoni fatte su misura per Tauber erano di solito collocate nel secondo atto e gli veniva dato il soprannome di “Tauber Lieder”. La canzone di Tauber “Dein ist mein ganzes Herz” è la più conosciuta, e uno dei pezzi per tenore più famosi di sempre.
L’orchestra introduce quest’aria con un malinconico accordo cromatico. Lehar conduce intenzionalmente l’aria al la bemolle alto. Lehar scrisse molte arie per il tenore Richard Tauber. La sua posizione più bella era il registro medio e la sua debolezza era il registro acuto. Ecco perché quest’aria non va oltre il La bemolle alto. Il partenariato artistico tra Tauber e Lehar era simbiotico al massimo grado. Nel 1920 Richard Tauber cantò per la prima volta un’operetta di Lehar e raccolse un successo immediato. Lehar soffrì del declino del genere operetta e fu solo con Tauber che Lehar fu in grado di tornare ai primi successi de La vedova allegra.
7
DONNA NON VIDI MAI
da MANON LESCAUT di Giacomo Puccini
Sinossi: Davanti a una locanda di Amiens. Una fanfara annuncia l’arrivo di una diligenza. Ne escono Manon e suo fratello Lescaut, che si fermano per un pernottamento. Des Grieux scorge la giovane Manon e si innamora immediatamente di lei. Quando Lescaut va alla locanda per occuparsi del pernottamento, è sola per un momento, e Des Grieux le si avvicina. Viene a sapere il suo nome e che lei partirà il giorno dopo per andare in convento su ordine di suo padre. Des Grieux le offre il suo aiuto per sfuggire al suo destino. Manon vuole sapere il suo nome e promette di tornare in serata. Ben presto vengono interrotti, suo fratello è tornato e la conduce nella sua stanza. Des Grieux rimane indietro. Rapsulando, pensa alla bella giovane donna.
L’aria che ora segue è il pezzo più famoso di quest’opera e la prima aria famosa scritta da Puccini, che aveva allora 33 anni…. Il metro in ¾ dà al pezzo un carattere languido e sognante. L’accompagnamento orchestrale della melodia è molto ricco, l’accordatura degli strumenti di accompagnamento con corde divise si estende su diverse ottave, sottolineando la passione di Lescaut con note in registri estremi.
Nella seconda parte, Des Grieux cita con tenerezza e rapimento il motivo di Manon “Manon Lescaut mi chiamo” più e più volte, con cui si era presentata. È un effetto sorprendente che fa sembrare quest’aria quasi un duetto. La terza parte, “O susurro gentil, deh! Non cessar!“, ripetuta più volte, termina con un Si alto appassionato cantato con verve:
Sostenuto da una registrazione moderna di un’orchestra, ascoltiamo l’interpretazione di Enrico Caruso. Era un amico personale di Puccini. La sua voce è meravigliosamente morbida e fluente. Canta quest’aria in modo più ampio e sognante, e dura ben 30 secondi in più dell’interpretazione di Domingo, per esempio.
6
CHE GELIDA MANINA
da LA BOHÈME di Giacomo Puccini
Sinossi:Il filosofo Colline torna a casa. È di cattivo umore, perché non ha potuto impegnare nulla nel banco dei pegni, perché era chiuso la vigilia di Natale. Solo il musicista Schaunard ha potuto guadagnare qualcosa e porta vino, legna da ardere e un po’ di soldi. Così decidono di passare la vigilia di Natale al Café Momus. Vengono interrotti dal loro padrone di casa Benoit, che manda un sollecito per l’affitto scaduto da tempo. Si liberano di lui e vanno al caffè. Solo Rodolfo rimane indietro, perché deve ancora finire un articolo. Bussano alla porta. È Mimì, la sarta dell’appartamento accanto. Chiede una luce per la candela spenta. Mimì si sente debole e Rodolfo si prende cura di lei. I due parlano delle loro vite e dei loro sogni. Rodolfo inizia e racconta di sé, il poeta, il milionario dei sogni.
L’aria inizia pianissimo e dolcissimo e la prima parte finisce con un bel rallentando quando Rodolfo indica la bella luna che brilla romanticamente nella stanza (“e qui la luna”). Rodolfo si presenta con un espressivo “Chi son” in cui si descrive come un poeta e un povero artista. Nella terza parte, racconta dei suoi sogni, che culminano gloriosamente nella parola “Millionaria“. Nella quarta parte canta di Mimì, che ha appena conosciuto. Infinitamente romantica è la famosa sequenza finale con il do alto (Ma il furto non m’accora, poiché, poichè v’ha preso stanza, la speranza).
Molti esperti considerano Pavarotti il miglior Rodolfo della storia della registrazione. Nelle parole di Kesting: “Schlechthin überragend, auch und gerade darstellisch setzt sich Pavarotti als Rodolfo unter Karajan in Szene. È uno dei rari ritratti vocali che rende visibile il personaggio. In nessun’altra registrazione – La fille du régiment a parte – ha cantato più liberamente e liberamente, in nessuna con una tavolozza di colori più ricca.”
5
HORCH, DIE LERCHE SINGT IM HAIN
da DIE LUSTIGEN WEIBER VON WINDSOR di Otto Nicolai
Azione: Nel giardino dietro la casa dei Reichs. Lo Junker Spärlich vuole offrire ad Anna una serenata, quando viene interrotto dal dottor Cajus, che ha in mente la stessa cosa. Anche Fenton ha avuto la stessa idea, alla sua apparizione i suoi due rivali si nascondono e lo ascoltano.
Accompagnato dal cinguettio degli uccelli nell’orchestra, Fenton canta una serenata romantica. Quest’aria sarà probabilmente associata per sempre a Fritz Wunderlich, il quale, con la mellifluità della sua voce e la genuina musicalità, plasmò questa serenata non in un pezzo sentimentale, ma in una romantica anima.
4
SALUT DEMEURE CHASTE E PURE
da FAUST di Charles Gounod
Sinossi: Faust ha fatto un patto con Mefisto. Mefisto aiuta l’anziano scienziato a un beziheung d’amore. In cambio, la sua anima gli appartiene nell’aldilà. Mefisto fa apparire Margarete alla ruota come una visione. Faust è incantato ed estasiato. Firma rapidamente la carta di Mefisto e in cambio riceve una pozione di ringiovanimento, che beve avidamente. Il giorno dopo Faust vede Margherita e le si avvicina. Ma lei lo respinge, al che Faust non si scoraggia, ma la ama ancora di più. Faust si presenta nel suo giardino il giorno dopo accompagnato da Mefisto. Mefisto parte per procurare un regalo a Margherita. Nel frattempo, Faust è solo, e la sua attesa di rivedere Margherita è grande.
Una caratteristica di questa famosa aria è che il tenore è accompagnato da un violino solo, che suona intorno alla sua voce per tutto il pezzo. Berlioz riteneva che questo artificio di Gounod “fa molto più male che bene all’insieme, e credo che avesse ragione il cantante Duprez, che un giorno, quando un assolo strumentale dell’orchestra lo accompagnava in una romanza, disse: “Questo strumento del diavolo, con le sue corse e variazioni, mi irrita come una mosca che mi ronza in testa e cerca di sedersi sul mio naso”. Conde replicò che Gounod diceva con il violino ciò che le parole potevano dire solo a metà: “ce que les mots ne disent qu’à demi”. Le parole di Faust sono spirituali ed espressive. Parole come “Innocente et divine” o “Que de richesse” danno al cantante la possibilità di mostrare la sottigliezza e la ricchezza della sua voce. L’intensità aumenta costantemente fino al culmine dell’aria con lo spettacolare do acuto, che dovrebbe essere cantato con gusto e in nessun modo dovrebbe essere reso grossolano e applaudito, che distruggerebbe l’atmosfera di questo pezzo. Il pezzo termina splendidamente con il violino solista nell’Adagio.
L’interpretazione di Björling è forse imbattibile. Ha registrato quest’aria ripetutamente. Ascolta e guarda la registrazione da una produzione televisiva. Si nota uno sguardo incerto all’inizio, ma poi Björling seduce l’ascoltatore dal primo secondo. Si trasforma in un amante tenero e romantico. Il suo canto e la sua esecuzione sono di grande naturalezza, come il do alto del finale. Questa performance, insieme all’interpretazione di Caruso, è ed è stata il modello per tutti i tenori che li hanno seguiti.
3
IL MIO TESORO
da DON GIOVANNI di WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinossi: Don Giovanni era nella camera da letto di Donna Anna. Quando Don Giovanni vuole lasciare la stanza, Donna Anna cerca di impedirglielo. Vuole sapere il suo nome. Il rumore sveglia il comandante, il padre di Donna Anna. Egli riconosce la situazione e attacca il seduttore con la sua spada. Nel duello, Don Giovanni trafigge il Commendatore. Donna Anna parte con il suo fidanzato Don Ottavio per trovare l’assassino. Don Ottavio consola la sua amata e vuole vendicare la morte di suo padre.
Una delle famose arie per tenore di Mozart. Don Ottavio è caratterizzato da due sentimenti, da un lato il dovere di vendetta e dall’altro l’amore per Donna Anna. Questi sentimenti devono essere cantati con una dignità aristocratica. L’aria inizia con un caldo tema espressivo, dolce ed espressivo, accompagnato da un bel motivo negli archi. La seconda parte dell’aria è dedicata alla vendetta. La musica diventa più agitata. Un’esecuzione virtuosistica mostra un Don Ottavio agitato e determinato. Quest’aria è una pietra di paragone per i tenori. Richiede un respiro infinito, abilità di coloratura e la capacità di gestire grandi salti di tono. Tutti ingredienti che fanno sudare anche i cantanti più esperti.
Per molti, l’interpretazione di Mc Cormack del 1916 di quest’aria era il gold standard. Kesting la annovera tra le più grandi registrazioni: “Chiunque voglia capire, per esempio, che un Fa arrotondato e ben centrato in una voce di tenore è più importante di un Do, per quanto clamoroso, ascolti le note di tenuta di Mc Cormack, colpite con la risonanza di una campana. Mc Cormack supera tutti gli altri cantanti in quest’aria”.
2
MORGENLICH LEUCHTEND
da DIE MEISTERSINGER VON NÜRNBERG di Richard Wagner
Sinossi: Il giorno della gara di canto è arrivato. Beckmesser e Walther von Stoltzing presentano la loro canzone premio. Il cantante possiede la mano di Eva. Walther inizia la sua canzone. Già dopo la prima strofa un mormorio di stupore attraversa il pubblico e la folla dei Meistersinger, che aumenta dopo la seconda strofa. Dopo la terza strofa, non ci sono dubbi sul vincitore.
In un ritmo ondeggiante e accompagnato dal tenero pizzicato degli archi e dalle deliziose interiezioni dei fiati, si sviluppa l’aria di rose di Susanna. È una bella e lirica dichiarazione d’amore per il suo futuro marito Figaro, e l’utopia di un mondo dove le distinzioni di classe non esistono più. L’aria è un punto di sosta significativo nell’opera.
Preislied consiste di tre strofe che aumentano continuamente in tempo, volume e intensità. È un’aria di Heldentenor urgente e romantica che deve essere cantata con il più bel legato e deriva la sua bellezza non ultimo dal magnifico accompagnamento.
Ascoltate Placido Domingo in questo pezzo efficace nella registrazione diretta da Eugen Jochum. Il tenore di lingua spagnola non era il Walther ideale dal punto di vista idiomatico, ma nessun tenore poteva eguagliare la bellezza e lo splendore della sua interpretazione del Preislied.
1
UNA FURTIVA LAGRIMA
da L-ELISIR D-AMORE di Gaetano Donizetti
Sinossi: Adina, che non sa nulla della morte dello zio di Nemorino e della sua eredità, apprende da Dulcamara che Nemorino si è venduto a Belcore per il suo bene. Commossa, Adina ricompra l’atto di vendita. Dulcamara vuole venderle anche una bottiglia. Lei sorride e dice che vuole riconquistare Nemorino con i suoi occhi e il suo sorriso. Nemorino crede di aver riconosciuto una lacrima nell’occhio di Adina quando le ragazze lo hanno corteggiato.
Introdotta da un assolo di fagotto e arpa (una combinazione interessante!) inizia questa famosa aria. Oltre alla bellezza dei suoi motivi, si distingue per la particolarità che la prima parte di ogni verso è in chiave minore e la seconda in chiave maggiore. Questo passaggio dal dolore alla speranza è meravigliosamente valorizzato dalla strumentazione espressiva con fagotto e clarinetto.
Nel 1901, Enrico Caruso cantò quest’aria per la prima volta. Era la sua stagione di debutto alla Scala e Toscanini dirigeva. Quella che seguì fu la più grande ovazione mai sentita in quel teatro. Divenne una delle opere più importanti della sua carriera al Met. “Una furtiva lagrima” fu tra le prime arie che Caruso registrò e (insieme a “Vesti la giubba”) divenne il suo marchio di fabbrica.
Ascoltatela nella registrazione, che fu accompagnata da un’orchestra moderna. Si può sentire il rubato classico, per esempio sul secondo “Che più cercando io vo” che, combinato con un grandioso accelerando, è lungo il doppio di quello di Pavarotti 80 anni dopo. Lo stesso si può dire del ritardando (meravigliosamente) lungo su “Io la vedo”. Ascoltate Enrico Caruso nella registrazione del 1904 mentre canta teneramente questo passaggio e poi esulta nel “Cielo”. Il crescendo finale su “Si può morir” delizia con il consumato gonfiore del suono e le incandescenti note finali.
Una compilation dei più bei pezzi per coro con spiegazioni e ottimi video su YouTube.
TOP 10 DEI PEZZI PER CORI
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CORO A BOCCA CHIUSA
da MADAMA BUTTERFLY di Giacomo Puccini
Sinossi: Butterfly è a casa. All’improvviso, risuonano dei colpi di cannone. È la Abraham Lincoln. Butterfly è sicura che Pinkerton sta tornando con la nave! Va in giardino e insieme a Suzuki inizia a raccogliere tutti i fiori e a decorare la casa. La casa e la sposa devono essere decorate come il giorno del matrimonio. Butterfly si mette l’abito da sposa e aspetta Pinkerton.
La conclusione del secondo atto è fatta dal cosiddetto Summ Chorus, una conclusione bella e insolita. Un coro di soprani e tenori canticchia una melodia nostalgica a intervalli di ottava dietro le quinte, accompagnato da una viola solista, archi pizzicati, fiati e il resto dell’orchestra.
9
WAS GLEICHT WOHL AUF ERDEN (CORO DEI CACCIATORI)
da DER FREISCHÜTZ di Carl Maria von Weber
Sinossi: Oggi è il giorno solenne del tiro di prova, con cui Max deve acquisire la posizione di guardaboschi ereditario. Alla presenza del principe, i cacciatori stanno aspettando Max nella taverna.
Il famoso coro con i corni squillanti divenne l’epitome del Romanticismo tedesco.
8
DIN DON (CORO DI CAMPANE)
da PAGLIACCI di Ruggero Leoncavallo
Sinossi: In un paese siciliano di domenica mattina. Le campane della chiesa suonano, è l’ora della messa. Una solenne processione attraversa il paese.
Leoncavallo si è ispirato a “Gli aranci olezzano” di Mascagni da “Cavalleria rusticana”, e ha scritto un pezzo con il più bel colore locale. Le voci del coro imitano le campane della chiesa.
7
DANSE DES FURIES
da ORFEO ED EURIDICE di Christoph Willibald Gluck
Sinossi: Orfeo vuole entrare negli inferi. Ma davanti a una grotta spettrale sul fiume Stige, nascosta da nuvole di fumo, danzano le Furie che sorvegliano l’ingresso agli inferi
Gluck dipinge un quadro magnifico delle Furie, e la musica suona immensamente moderna. Trasportato dal tremolo degli archi e sferzato dai fiati, il coro canta all’unisono nessuna melodia, solo terze.
6
IN OUR VAULTED CELL
da DIDO E AENEAS di Henry Purcell
Sinossi: Il capo stregone vuole far precipitare Didone nella sfortuna. La fama, l’amore e la vita devono esserle tolti. Le streghe sono eccitate e vogliono sapere come questo accadrà. La maga spiega che uno spirito in forma di Mercurio apparirà ad Enea, ammonendolo a salpare e cercare l’Italia. Ma prima vogliono provocare una tempesta che spinga Didone ed Enea dalla foresta al loro cortile il giorno della caccia. Le Furie eseguono una danza per festeggiare.
Questo pezzo è anche chiamato “Echo Dance of the Furies” perché Purcell ha brevi passaggi corali ripetuti più e più volte da un coro in sottofondo come un’eco. Un effetto sorprendente e affascinante!
5
CARLO IL SOMMO IMPERATORE
da DON CARLO di GIUSEPPE VERDI
Atto:Nel monastero di San Giusto. I monaci cantano un salmo.
La scena di apertura del secondo atto è una grande ed efficace scena di messa in chiesa. Il coro dei monaci suona nel famoso “chiaroscuro”, l’alternanza tra chiaro maggiore e scuro minore. Il passaggio ricorda le scene sacerdotali del Nabucco e si conclude con una bella cantilena dolorosa negli archi.
4
SU! DEL NILO AL SACRO LIDO
da AIDA di Giuseppe Verdi
Sinossi: Il sacerdote chiama gli egiziani a resistere agli invasori. In una grande scena di folla, il sacerdote e il re fustigano la folla.
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Questo passaggio presenta una grande scena corale con l’irresistibile inno degli egiziani in guerra.
3
O WELCHE LUST (CORO DEI PRIOGIONIERI)
da FIDELIO di LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinossi: Leonore è alla disperata ricerca di suo marito in prigione. Sperando di scorgere Florestan, fa fare ai prigionieri una passeggiata nel cortile. Ma non riesce a trovarlo.
Nel coro dei prigionieri si sente già l’idillio della Pastorale, che Beethoven comporrà solo due anni dopo. È un colpo di genio che Beethoven abbia composto la speranza dei prigionieri con una musica così sentita. Non c’è da stupirsi che Verdi si sia sentito ispirato a comporre un secondo famoso coro di prigionieri quarant’anni dopo.
Ascoltate e guardate un’interpretazione magica e ipnoticamente cantata da Maria Ewing nell’adattamento cinematografico di Jean-Pierre Ponnelle.
2
DA ZDRAVSTVUET (LUNGA VITA AL NOSTRO ZAR)
da BORIS GODUNOV di Modest Mussorgsky
Sinossi: Una piazza del Cremlino. Il popolo è in attesa della cerimonia di incoronazione davanti alla chiesa. Una processione si dirige verso la cattedrale per l’incoronazione del nuovo zar Boris Godunov.
La scena è anche conosciuta come la “Scena dell’incoronazione”. Mussorgsky lavorò a lungo sul suono delle campane della chiesa, il suo amico e talvolta compagno di stanza Rimsky-Korsakov lo aiutò. Esse suonano proprio all’inizio della scena dell’incoronazione. Le campane della chiesa ortodossa hanno un suono particolare e complesso; inoltre, il gioco delle campane non ha un fondamento armonico. Mussorgsky ha imitato il suono di queste campane con due accordi, che insieme creano un momento atonale che ha un effetto affascinante sull’ascoltatore. Le campane orchestrali suonano espressive e moderne, e l’ascoltatore si sente trasportato in avanti nel tempo di 50 anni fino a Bartok.
Si sente poi un bellissimo coro da chiesa simile a un canone, con Mussorgsky che crea un tremendo crescendo e un effetto estatico con una strumentazione in costante aumento durante la sua ripetizione. Nella seconda parte del movimento corale, comincia ad alternare misure di tre quarti e due quarti, anticipando un importante dispositivo stilistico dei periodi successivi.
1
BEGLÜCKT DARF NUN DICH, O HEIMAT, ICH SCHAUEN (CORO DEI PELLEGRINI)
da TANNHÄUSER di Richard Wagner
Sinossi: Il coro dei pellegrini che hanno fatto il lungo viaggio verso Roma per vedere il Papa.
Nello stile del Grand Opéra, Richard Wagner ha creato questo travolgente passaggio corale
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TOP 10 DELLE ARIE TRISTI
10
POVERO ERNESTO ... CERCHERO LONTANA TERRA
da DON PASQUALE di Gaetano Donizetti
Sinossi: Di notte nella casa di Don Pasquale. Ernesto è seduto sulle valigie pronte e vuole emigrare in America. Si sente abbandonato dai suoi ed è mortalmente infelice perché il matrimonio con l’amata Norina è diventato impossibile.
Donizetti ci presenta qualcosa di insolito in quest’aria. Un assolo di tromba profondamente triste ci conduce nello stato d’animo di Ernesto. Normalmente, l’ascoltatore non associa questo strumento a questi sentimenti. Donizetti probabilmente ha deliberatamente provocato questo effetto per sottolineare la complessità della storia, che vuole essere più di una semplice commedia dell’identità sbagliata.
Florez ci presenta un Ernesto vulnerabile ma non sentimentale. Il recitativo della prima parte è magnificamente interpretato e fa sentire la disperazione (“Povero Ernesto”) dell’abbandonato e tradito, e alla fine della lunga aria mostra un do alto impeccabile e senza sforzo.
9
O TOI QUI PROLONGEA MES JOURS
da IPHIGÉNIE EN TAURIDE di Christoph Willibald Gluck
Sinossi: Iphigénie è disperata. Dopo i suoi genitori, crede anche che suo fratello sia morto. Ancora la maledizione di Tantalo aleggia sulla famiglia. Lei non vuole continuare a vivere e si rivolge alla dea Diana, che dovrebbe unirla a suo fratello Orest nell’aldilà.
La grande aria da-capo di Ifigenia (A-B-A) nel primo atto, in cui la sacerdotessa prega la dea Diana di lasciarla morire, è caratterizzata da una semplicità semplice e nobile. Si tratta di una “Aria di cantilena” composta in tempo lento e con lunghe linee da cantare con un perfetto legato.
Dopo l’esuberante “Pour mon âme”, il libretto passa abilmente al contrasto assoluto. Donizetti era consapevole che una buona commedia ha bisogno di emozioni umane. Questo momento è fornito dal profondamente triste “Il faut partir”, un altro punto culminante di quest’opera. Il pezzo, immerso in un cupo fa minore, è introdotto e accompagnato da un assolo malinconico del corno inglese.Per la prima rappresentazione di Candide, il team di casting ebbe grandi difficoltà a trovare un cantante adatto che potesse gestire le note alte. Barbara Cook fu la prima cunegonda. Bernstein la scelse personalmente e la preparò per questo difficile ruolo. La Cook in seguito paragonò il canto di questo pezzo ad un grande sforzo atletico.
8
MY WORLD IS DUST NOW … IT MUST BE SO
da CANDIDE di Leonard Bernstein
Sinossi:La sua famiglia proibisce a Candide di frequentare indegnamente Cunegonde e lo caccia via. Egli è profondamente triste di dover lasciare Cunegonde. Ma vuole guardare avanti, il dottor Pangloss non gli ha forse insegnato l’ottimismo? Crede nel destino che gli riserva il migliore dei mondi possibili.
Il personaggio di Candide, con la sua musica seria, ricorda immediatamente i ruoli tenorili di Mozart come Don Ottavio o Belmonte. Come nel “Don Giovanni” e nel “Rapimento dal serraglio”, è un ruolo serio in una commedia tragica, in altre parole un personaggio dell’opera seria che finisce involontariamente in un’opera buffa. È la tragedia di Candide che la sua amata non sia un alter ego come Konstanze o Donna Anna, ma solo una Cunegonde sorniona e lussuriosa.
7
EINSAM IN TRÜBEN TAGEN
da LOHENGRIN di Richard Wagner
Sinossi: Il fratello di Elsa è morto e lei è sospettata di essere responsabile. Il re deve giudicare Elsa davanti all’albero del giudizio. Ad Elsa viene data la possibilità di difendersi in tribunale. Appare e fa un’impressione assente, ancora sotto shock per la morte del fratello.
Dopo una breve introduzione di flauti e archi, Elsa inizia il suo sogno con una voce pura e luminosa. Il tempo lento rafforza la sensazione di solitudine. La sezione seguente contiene un grande crescendo. Inizia con “da drang aus meinem Stöhnen” e finisce con “in die Lüfte”, splendidamente accompagnata da violini fruscianti. Elsa sprofonda nel sonno e una bella transizione orchestrale porta al motivo del Graal. La sua visione inizia…
L’interpretazione di Janowitz di quest’aria è semplicemente magnifica. Sentiamo la purezza, la vulnerabilità e la fiducia di Elsa in quest’aria. Il suo crescendo è mozzafiato e il finale è da mondovisione.
6
ACH ICH FÜHLS
da IL FLUTO MAGICO di Wolfgang Amadeus Mozart
Sinossi: Tamino e Papageno sono condotti alla prossima prova. I tre ragazzi appaiono e portano ai due i loro strumenti. Deliziato, Tamino suona il flauto e Pamina appare, attratta dal suono. Quando si rivolge a Tamino, lui rimane in silenzio e Pamina crede di aver perso il suo amore. Lei non sa che il silenzio di Tamino fa parte della prova.
Quest’aria è scritta in un G minore profondamente triste, con una melodia che ha lunghe linee nel pianoforte. Le frasi devono avere una bella forma e ogni vocale deve essere cantata. L’orchestra inizia in un lento andante con un motivo simile a una marcia funebre. I lead su “fühls” e “hin” della prima strofa danno al pezzo un carattere infinitamente doloroso che contrasta con il caldo si alto su “Liebe” nella seconda strofa. Questo è seguito da un deliziosamente nostalgico “Nimmer kommet ihr, Wonnestunden”. </Nel passaggio successivo, Tamina chiede incredula a Tamino “Fühlst Du nicht der Liebe sehnen” e alla parola “Liebe” il Si alto suona solo triste e rassegnato. Al passaggio “so will Ruh im Tode sein” la musica diventa spettrale e scialba. Gli eterei salti di tono in pianissimo sembrano già risuonare dall’aldilà.
Ascoltate la bella interpretazione di Barbara Bonney, è molto lirica nonostante il tempo veloce.
5
LA MAMMA MORTA
da ANDREA CHÉNIER di Umberto Giordano
Sinossi: Magdalena piange il destino dei suoi genitori, periti nei disordini della Rivoluzione. Ora anche il suo amante Andrea Chénier è stato arrestato dai giacobini. Cerca il procuratore Gérard e gli chiede di liberare Chénier. Gérard confessa il suo amore a Maddalena e Maddalena gli offre una notte d’amore se rilascerà Chénier.
Quest’aria di Maddalena è composta da due parti. All’inizio è un amaro atto d’accusa contro le crudeltà della Rivoluzione, nella seconda parte sentiamo un estatico inno d’amore. L’aria inizia con un violoncello solitario che entra “Con espressione”. Maddalena inizia con dieci note sussurrate sulla stessa tonalità “La Mamma morta”, cupa e rassegnata. Improvvisamente e piena di orrore, la musica accelera e lei vede davanti ai suoi occhi la casa in fiamme della sua famiglia. Orribilmente, nel pallido tremolo degli archi, si sente il crepitio del fuoco. Alla menzione di Bersi, il calore tremola; poco dopo, il tono ritorna all’amarezza per il fatto che Bersi ha dovuto indossare la sua bellezza al mercato per garantire la sopravvivenza di entrambi. Una viola solitaria con un motivo doloroso e confortante di quattro note svettanti conduce alla seconda parte. L’umore cambia in poche misure. Maddalena canta il suo amore. Con un bellissimo passaggio “nei miei occhi” il cuore si apre letteralmente. Successivamente Giordano aumenta il tempo, l’intensità aumenta più volte e raggiunge il suo apice con la nota più alta B su “Ah io son l’amor”. Alla fine Maddalena ricade nella rassegnazione dell’inizio con l’orribile “e vi bacia la morte” e vi bacia la morte.
Se conoscete il film “Philadelphia”, ricorderete come Tom Hanks spiega a Denzel Washington la scena di Andrea Chenier “La mamma morta”, cantata in modo impressionante da Maria Callas.
4
LASCIA CHI-IO PIANGA
da RINALDO di George Frederic Handel
Sinossi: Poco prima del suo matrimonio con Rinaldo, Almirena è stata rapita da Armida. Siede tristemente nel giardino del palazzo di Armida.
Lascia ch’io pianga è una delle arie più famose di George Frederic Handel. La compose già nel 1705 e la trasformò in un’aria di lamento per Rinaldo. Handel riuscì a scrivere un’aria che colpisce per la sua semplicità. Scrisse l’aria in forma di sarabanda, un metro triplo con un allungamento del tempo della seconda battuta. La combinazione con il tipico cromatismo della sequenza di note e le efficaci pause da ¼ danno come risultato il famoso motivo sospirato del Lamento di Handel. Sentiamo questo effetto fin dall’inizio.
Quest’aria è uno dei pezzi più unici della letteratura operistica. La macchina da canto Olympia è in scena per mezz’ora e per molto tempo dice solo “oui”. Infine, si sveglia e comincia a cantare. Offenbach, naturalmente, ha disegnato una caricatura dei cantanti del Grand Opéra; la cantante di coloratura deve solo essere caricata e produce note come un automa. L’aria è virtuosistica con molte colorature e allo stesso tempo la cantante deve imitare con la sua voce il canto frammentato e i movimenti di danza meccanica di una marionetta, proprio come il compositore aveva ingegnosamente impostato i toni. Questa è una grande sfida per il cantante nell’esecuzione dal vivo.
Quest’aria è stata registrata da innumerevoli cantanti. Ascoltatela interpretata dal soprano americano Marilyn Horne. Fa a meno dell’ornamentazione nella prima parte, il che sottolinea la semplicità del pezzo. Il vibrato è molto espressivo e la sua stupenda tecnica le permette dei bellissimi trilli nella sezione centrale.
3
PORGI AMOR
da LE NOZZE DI FIGARO di Wolfgang Amadeus Mozart
Sinossi: Nelle stanze della contessa. La contessa soffre per l’infedeltà del marito e preferirebbe morire piuttosto che continuare a vivere in modo indegno.
In quest’aria, la contessa rimpiange i tempi in cui il conte l’amava profondamente. Indubbiamente, “Porgi amor” è uno dei punti salienti dell’opera e uno dei più bei pezzi lirici scritti per soprano. La musica è impostata in maggiore, anche se l’umore della contessa è triste e contemplativo, questo è forse anche il fascino di questo pezzo. L’aria inizia in piano e culmina nel mezzo, con lo straziante desiderio di morte “O mi lascia almen morir” ripetuto due volte, accompagnato dalla cantilena ultraterrena e dolorosa del clarinetto. “Porgi amor” è la prima apparizione della contessa. È sola sul palco e deve subito cantare l’aria più bella dell’opera, alcuni cantanti hanno rispetto per questo pezzo a causa di esso. Per il resto, non ci sono grandi difficoltà vocali, è una semplice cavatina e la sua durata è relativamente breve. Ma come sempre con Mozart, le cose semplici sono le più difficili.
Ascoltate quest’aria nella meravigliosa, malinconica e imbattibile interpretazione di Elisabeth Schwarzkopf. Ad ogni parola viene dato un bellissimo colore di tono. Il suo respiro è impercettibile e il grande legato fa brillare la musica con bellissimi fraseggi lunghi.
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TENESTE LA PROMESSA ... ADDIO DEL PASSATO
da LA TRAVIATA di Giuseppe Verdi
Sinossi: Violetta è nella sua camera da letto. È indebolita e il medico sussurra ad Annina che le restano solo poche ore di vita. Violetta legge la lettera di Germont. Viene a sapere che Duphol ha combattuto un duello con Alfredo ed è stato gravemente ferito. Alfredo era poi fuggito all’estero. Giorgio Germont stesso si era reso conto del suo errore e aveva spiegato tutto in una lettera a suo figlio, chiedendogli di venire da Violetta. Profondamente rattristata, Violetta sente che è troppo tardi.
Mentre Violetta legge la lettera di Germont, sentiamo il tema dell’amore risuonare teneramente negli archi. Ora inizia una delle grandi arie d’addio della letteratura operistica, introdotta dall’oboe e accompagnata da sedici archi smorzati. Il canto di Violetta è occasionalmente giocato dal cor anglais, occasionalmente raddoppiato. La prima strofa suona cupa in minore, la seconda trasfigurata in maggiore.
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WHEN I AM LAID IN EARTH
da DIDO E AENEAS di Henry Purcell
Sinossi: Enea si presenta a casa della sua amante Didone e le dice che gli dei stanno forzando la sua partenza. Ma Didone lo accusa di prendere l’ordine solo come una scusa per lasciarla. Enea decide allora di rifiutare l’ordine degli dei e di restare. Ma Didone non è interessata alla pietà. Il solo fatto che lui abbia pensato di lasciarla è una ragione sufficiente per rompere il suo amore. Quando Enea ha lasciato Cartagine, Didone decide di morire per mano sua.
Questo pezzo è una delle grandi arie della letteratura lirica. È un lamento, un prodotto classico dell’opera barocca. È uno dei pochi lamenti barocchi che possono veramente commuovere l’ascoltatore fino alle lacrime. Purcell ha scritto questo pezzo in modo immensamente efficace. Inizia con un motivo cromatico discendente nell’accompagnamento del basso che diventa un ostinato profondamente triste. Alla fine dell’ostinato, Didone entra con il suo Lamento. Questa melodia affascina con molti grandi effetti. Particolarmente impressionante: in contrasto con l’ostinato verso il basso della voce di accompagnamento, la melodia di Didone tende verso l’alto (dal sol al “quando” al mi al “no”) con salti di tono (e successive note verso il basso), il che rende visibile la discordia di Didone. Contribuisce all’atmosfera cupa anche la bella appoggiatura sulla prima “stesa” (una dissonanza aggiunta, estranea alla melodia, che avviene sulla parte sottolineata della misura e si risolve sulla nota successiva). Troviamo un altro bellissimo effetto della voce che canta nel cupo tritono su “trouble” nell’esempio di nota sopra. Nella seconda parte, Purcell introduce un altro elemento nella parte vocale, “Remember me”, che è incantevole per la sua semplicità. Con il finale “Remember me”, Purcell permette alla musica di librarsi verso altezze confortanti, prima di concludere con “forget my fate” nelle profondità della disperazione.
Forse la registrazione più desolata e quindi struggente è quella di Janet Baker. Canta l’aria con una voce quasi strozzata che si apre solo nelle battute finali, creando un effetto magnifico.
Una compilation delle più belle arie di coloratura con spiegazioni e grandi video di YouTube.
TOP 10 DELLE ARIE DI COLORATURA
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FUOR DEL MAR HO UN MAR NEL SENO
da IDOMENEO di Wolfgang Amadeus Mozart
Sinossi: Elide si presenta al re e gli dice che considera Creta la sua nuova casa e Idomeneo suo padre. Idomeneo è contento e sorpreso del cambiamento di cuore di Elide. Sospetta che lei sia innamorata di suo figlio Idamante ed è pieno di dolore per la sofferenza che porta su entrambi.
Quest’aria di Idomeneo era una novità di Mozart. Quest’aria, piena di coloratura, è effettivamente composta in una forma barocca da capo (ABA’). Ma un’aria così eroica e appassionata non era mai stata ascoltata dai tenori. Il tenore deve padroneggiare lunghe catene di coloratura. Mozart compose l’aria nella gola di Anton Raaff, il primo Idomeneo, che era famoso per le sue capacità di coloratura. Mozart scrisse una seconda versione per la rappresentazione viennese, che includeva meno colorature (e fu scelta, per esempio, da Pavarotti e Domingo).
Juan Diego Florez ha sorpreso nel 2018 con il suo recital di Mozart. La sua voce si è scurita e approfondita nel corso degli anni. La sua coloratura è formidabile (come previsto) e la voce ha il punch necessario. Una registrazione emozionante!
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GLITTER AND BE GAY
da CANDIDE di Leonard Bernstein
Sinossi: A Parigi vive una cortigiana che è mantenuta da due amanti, l’arcivescovo di Parigi e un ricco mercante ebreo. Si tratta di Cunegonde. Disprezza la sua vita, ma ama il lusso che le permette.
Il ruolo principale appartiene a Candide, ma Cunegonde canta l’aria più famosa ed è diventata un capolavoro per i soprani di coloratura. Bernstein ha definito Candide un biglietto di San Valentino per l’opera europea. Quest’aria di Cunegonde, che canta del lusso e dei gioielli, non è ambientata a Parigi per caso, perché è una palese parodia dell'”Aria del Gioiello” di Gounod dal suo capolavoro “Faust”.
L’interprete deve affrontare notevoli difficoltà. Da un lato, ha una vasta gamma – tre note alte in mi bemolle devono essere cantate! – Dall’altro, alcune delle scale ornamentate sono estremamente difficili. Il tutto deve essere cantato con apparente leggerezza e arguzia; dopo tutto, siamo in una commedia.
Per la prima rappresentazione di Candide, il team di casting ha avuto grandi difficoltà a trovare un cantante adatto che potesse gestire le note alte. Barbara Cook fu la prima cunegonda. Bernstein la scelse personalmente e la preparò per questo difficile ruolo. La Cook in seguito paragonò il canto di questo pezzo ad un grande sforzo atletico.
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SEMPRE LIBERA
da LA TRAVIATA di GIUSEPPE VERDI
Sinossi: La cortigiana Violetta risponde con esitazione alle avances di Alfredo. Conosce troppo bene la vita per credergli. Vuole guadagnare tempo e gli regala una camelia – se fosse sbiadita, lui potrebbe tornare. Gli ospiti tornano dalla sala da ballo alla stanza. Quando Violetta è sola dopo il ballo, è sorpresa di scoprire che è commossa dalla confessione d’amore di Alfredo e ammette a se stessa il suo desiderio di una relazione profonda. Ma scaccia questi sciocchi pensieri, non è la libertà di cui ha bisogno?
Follie! È tutta una follia, dopo tutto, e lei spazza via i pensieri. Con trilli virtuosistici e corse che portano all’alto Des canta di piacere. Alimentata dal canto di Alfredo, che sente attraverso la finestra aperta, conclude questa infuocata e virtuosistica cabaletta con un do alto estatico.
Si può ascoltare un roboante “Sempre libera” di Magda Olivero, “la primadonna che mandava il pubblico in delirio” (Peter G. Davis). Magda Olivero (1910-2014) aveva un seguito ardente che la idolatrava e la accompagnava ovunque.
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MARTERN ALLER ARTEN
da IL RATTO DAL SERAGLIO di Wolfgang Amadeus Mozart
Azione: Constanze entra nel giardino. E’ stata rapita dai Musulmani e desidera il suo amante Belmonte. Appare Selim. Si aspetta che domani Konstanze sia sua e che lo ami. Ma Konstanze vuole morire piuttosto che concedersi a lui. Quando Selim la minaccia, lei si mostra disposta a sopportare il tormento, la cui redenzione sarà la sua morte.
Mozart ha scritto un pezzo stupefacente per questo dramma dell’anima di Konstanze. La cosiddetta “Martern aria (Marter = Tortura)” di Konstanze è una delle arie più difficili della letteratura operistica. Richiede forza per i lunghi passaggi drammatici, grande sicurezza nella coloratura e una notevole gamma vocale. Richiede la voce fino al re alto. Inoltre, la resistenza è necessaria, perché direttamente prima di quest’aria il cantante ha già dovuto cantare una grande aria. Se l’aria precedente “Traurigkeit ward mir zum Lose” è in tono rassegnato e senza speranza, Mozart mostra Konstanze nella cosiddetta “Martern-Arie” come una donna passionale pronta al sacrificio. Questo pezzo di 10 minuti è musicalmente e drammaticamente immensamente sostanzioso ed è stato anche descritto come un “concerto per soprano di coloratura, strumenti solisti e orchestra”. L’aria inizia con un’introduzione insolitamente lunga, simile a un’ouverture, in cui gli strumenti solisti (oboe, flauto, violino, violoncello) suonano passaggi colorati.
Ascoltate questa registrazione cantata da Edda Moser. Moser era uno dei grandi soprani di coloratura di Mozart del dopoguerra. Era una cantante che si dava senza compromessi ai suoi ruoli e non risparmiava mai la sua voce. La potenza della sua voce le permise non solo di cantare ruoli di coloratura, ma anche di brillare nel campo drammatico. Le sue registrazioni di Konstanze e della Regina della Notte brillavano come una fiamma rossa. Quest’ultima è stata persino inserita come titolo musicale nella serie di registrazioni dorate che hanno trasportato l’astronave Voyager nella vastità dello spazio. La simultanea agilità e potenza della sua voce è degna di nota. Ascoltate, per esempio, la parte in cui canta il Do sostenuto seguito da un trillo impeccabile (6:30).
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OBÉISSONS ... PROFITONS DE LA JEUNESSE
da MANON di Jules Massenet
Sinossi: È pomeriggio. La migliore società passeggia sul Cours-de-reine, la grande passeggiata di Parigi. La giovane Manon è felice, perché è il centro della società.
Manon è felice – Si inchina, si bacia la mia mano, perché per la mia bellezza sono la regina. Canta con vitalità e gioia la famosa gavotta con il re bemolle alto alla fine della prima parte. Massenet non disegna una cagna arrogante, ma una giovane donna felice. Canta la parola “Reine” (Regina) prima al pianoforte, non riesce a credere di essere il centro ammirato della “haute volée”. Solo al secondo tentativo canta la parola “Reine” in forte. C’è un aneddoto eloquente sulla concezione di Manon da parte di Massenet: durante la sua passeggiata quotidiana, ogni giorno passava davanti a una ragazza di fiori con gli occhi azzurri e innocenti di una bambina. Più tardi raccontò che questa donna era stata per lui un’ispirazione per scrivere Manon.
È Victoria de los Angeles in un’interpretazione immensamente virtuosistica ma calma ed espressiva di questo pezzo. L’aria è molto intricata e ricca di difficili colorature. Da notare soprattutto il minuto prima del re bemolle alto, a partire da circa 1:15.
5
QUANDO RAPITO IN ESTASI
da LUCIA DI LAMMERMOOR di Gaetano Donizetti
Sinossi: Lucia si incontra da tempo con Edgardo e lo aspetta nel parco del castello. La sera, alla fontana, racconta alla cameriera dal volto scuro che un tempo le è apparso il fantasma di un Ravenswood morto, che era stato ucciso alla fontana da un parente e da allora giace sepolto nelle profondità del pozzo. Ben presto il suo spirito si rischiara di nuovo, innescato dall’attesa dell’imminente arrivo di Edgardo.
Il brano inizia con la famosa cavatina “Regnava nel silenzio”. Con la successiva cabaletta “Quando rapito in estasi” alleggerisce l’umore di Lucia. Donizetti esprime la sua eccitazione per l’imminente arrivo di Edgardo con grandi salti di tono, che presentano alla cantante notevoli difficoltà. Donizetti scrive anche notevoli rubati in quest’aria. Per esempio, il tempo quasi si ferma in “Il ciel per me” e poi ritorna immediatamente al tempo base con “Si schiuda il ciel per me”. Degno di nota è anche il trillo nel mezzo dell’aria, che si estende per due misure. Questa prima parte è ripetuta di nuovo. Per il finale Donizetti ha scelto un abile colpo di scena: il penultimo “Ciel” finisce su un Do, e con una bella figura ripete ancora una volta “Si schiuda il ciel” che finisce su uno spettacolare Re.
Maria Callas ha fatto la storia del palcoscenico con il ruolo di Lucia. Il famoso produttore Walter Legge volle stabilire nuovi standard di registrazione con l’ensemble della Scala e Serafin, e scelse tra le altre la “Lucia di Lammermoor”. Kesting “Le grandi voci: “La registrazione della Lucia non era ancora finita quando Legge inviò gli ultimi tre minuti del secondo atto su un nastro a Karajan. Egli decise immediatamente di mettere in scena l’opera lui stesso, e con la performance viaggiò presto a Berlino e Vienna. La Callas come Lucia causò un pandemonio in entrambi i teatri d’opera.
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LES OISEAUX DANS LA CHARMILLE
da LES CONTES D-HOFFMANN di Jacques Offenbach
Sinossi: Nicklausse avverte Hofmann della strana persona di Olympia, ma Hoffmann non ha orecchio. Ha comprato gli occhiali da Coppélius e quindi non si rende conto che Olympia non è una donna viva. La sera, Spalanzani ha invitato degli ospiti nel suo salone per presentarli. Essi festeggiano l’inventiva del padrone di casa e desiderano vedere Olympia. Spalanzani fa ballare e cantare Olympia. Ogni tanto perde lo slancio e deve essere sollevata.
Quest’aria è uno dei pezzi più unici della letteratura lirica. La macchina da canto Olympia sta mezz’ora sul palco e dice a lungo solo “oui”. Infine, si sveglia e comincia a cantare. Offenbach, naturalmente, ha disegnato una caricatura dei cantanti del Grand Opéra; la cantante di coloratura deve solo essere caricata e produce note come un automa. L’aria è virtuosistica con molte colorature e allo stesso tempo la cantante deve imitare con la sua voce il canto frammentato e i movimenti di danza meccanica di una marionetta, proprio come il compositore aveva ingegnosamente impostato i toni. Questa è una grande sfida per la cantante nell’esecuzione dal vivo.
Ascoltate questa famosa aria nella versione di Joan Sutherland nella registrazione di Richard Bonynge. La Sutherland portava il titolo onorifico di “La Stupenda” con la sua gola di usignolo.
3
AH! NON GIUNGE
da LA SONNAMBULA di Vincenzo Bellini
Sinossi: Amina è stata sospettata da Elvino di infedeltà notturna, eppure Amina era solo una sonnambula che si allontana inconsapevolmente da casa di notte. Elvino si è reso conto del suo errore e fa scivolare l’anello sul dito di Amina. Amina è felice.
Bellini compose un’aria di bravura per Amina alla fine dell’opera con grandi salti di tono, trilli e note alte.
La tecnica di Joan Sutherland le permise di cantare l’aria ad un ritmo folle con un glorioso finale di trilli mozzafiato. Si dice che Pavarotti rimase senza parole quando apprese che la Sutherland poteva dare una performance di mezzogiorno di Sonnambula lo stesso giorno prima di una performance serale di Traviata.
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AH JE RIS DE ME VOIR (ARIA DEI GIOIELLI)
da FAUST di Charles Gounod
Azione: Margarethe vede il bouquet di Siebel e lo prende in mano. Quando vede il portagioie, lascia cadere il semplice bouquet. Incuriosita, prova i gioielli. Ora si sente come una principessa. Se solo lo straniero fosse con lei ora e potesse vederla.
Questo pezzo richiede la gamma vocale di un soprano lirico di coloratura. La maggior parte della parte di Margarethe è scritta per un lirico-spinto, un soprano drammatico che può credibilmente ritrarre l’intera gamma di emozioni: Deve ritrarre l’innocenza della giovane donna, poi essere l’amante di Faust, poi la devota frequentatrice della chiesa, poi la tragicamente abbandonata, e infine la pazza, incarcerata. In quest’aria si aggiunge ora la musica della giovane donna civettuola, condita di ornamenti. Questa vasta gamma di richieste rende Margarethe uno dei ruoli più impegnativi della letteratura operistica e, di conseguenza, difficile da lanciare. Il famoso critico britannico John Stean scrisse nel 1971 che nella storia documentata dai dischi solo quattro cantanti potevano coprire questo intero spettro vocale: Lili Lehmann, Rosa Ponselle, Maria Callas e Montserrat Caballé.
Ascoltate la registrazione di Maria Callas del 1963. Fantastiche le sfumature vocali che riesce a tirar fuori dall’aria. “Se mai l’unità di dizione e declamazione, la finezza di sfumatura delle parole e l’eloquenza della consegna richiesta da Gounod fu raggiunta di nuovo dopo la guerra, fu in questa esecuzione. (Kesting, “grandi voci”)
1
NON PIU MESTA
da LA CENERENTOLA di Gioachino Rossini
Azione: Il Principe ha scelto Cenerentola come sua sposa. Arrivando al castello del principe, Cenerentola non può credere alla sua fortuna. Vuole perdonare il patrigno e le sorelle e chiede clemenza. Abbraccia i suoi parenti e tutti sono toccati dalla sua magnanimità.
In questo pezzo finale, ci viene incontro una Cenerentola trasformata. Non è cambiata solo visivamente, ma fiorisce anche musicalmente. Rossini ha conservato i grandi fuochi d’artificio per il finale. Quello che Rossini ci presenta in termini di ornamentazione, catene di note e salti in quest’aria è mozzafiato. Questo pezzo è uno dei più impegnativi che sia stato scritto per i soprani di coloratura.
La Cenerentola di Cecilia Bartoli brilla di gioia canora. Canta la sua strada attraverso quest’aria apparentemente senza sforzo e le note brillano come perle su una collana. Per molti, la Bartoli è considerata la migliore Cenerentola nella storia delle registrazioni.
Una compilation dei più bei duetti d’opera romantici con spiegazioni e grandi video di YouTube.
TOP 10 DEI DUETTI D-OPERA
10
AI NOSTRI MONTI
da IL TROVATORE di Giuseppe Verdi
Sinossi: Azucena e suo figlio Manrico attendono la loro morte nelle segrete. Incuriositi, ricordano la loro vita e si preparano all’esecuzione.
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In questo bellissimo canto del cigno, Azucena inizia con un estatico “ai nostri monti” in chiave minore. Manrico risponde con un tenero passaggio maggiore e il duetto che ne consegue sfuma in altezze confortanti
Godetevi la nostalgica interpretazione di Plàcido Domingo e Fiorenza Cossotto. La voce vellutata di Domingo fa dimenticare il dolore in modo confortante.
9
BIMBA DAGLI OCCHI
da MADAMA BUTTERFLY di Giacomo Puccini
Sinossi: Butterfly e Pinkerton si sono appena sposati. Ora i due sono soli per la prima volta. Butterfly è vestita per la prima notte di nozze e i due si godono il loro momento insieme in giardino.
Si snoda un interminabile duetto d’amore, il più lungo che Puccini abbia scritto. Fa fiorire l’orchestra nei colori più magnifici. La fine è il duetto estatico di due amanti, come anche noi abbiamo modo di sentire da Puccini solo nei momenti più grandi.
Madama Butterfly fu l’ultima registrazione completa di Björling nella sua carriera. Il 48enne era già gravemente malato in questo periodo ed ebbe un grave esaurimento mentre registrava questo duetto con Victoria de los Angeles. Sorprendentemente, la voce di Björling era in condizioni straordinariamente buone.
8
O SINK HERNIEDER
da TRISTAN UND ISOLDE di Richard Wagner
Sinossi: Il marito di Isotta è a caccia e Tristano la incontra nel giardino notturno. Insieme invocano la notte e la morte come simboli del loro amore.
Richard Wagner ha fatto in questa scena ciò che ha sempre cercato di evitare. Vale a dire, il canto simultaneo di due voci. Nella grande scena d’amore del secondo atto, non aveva altra scelta che comporre la completa fusione dei due amanti.
Ascoltiamo un estratto della registrazione di Carlos Kleiber con Rene Kollo e Margaret Price.
7
O TERRA ADDIO
dall-opera AIDA di Giuseppe Verdi
Sinossi: Come condanna a morte, Radames è stato rinchiuso tra le mura di una piramide. Sente un sospiro e si accorge di Aida, che si era insinuata nel caveau. Aida e Ramades vivono insieme il loro addio al mondo.
Quando Verdi realizzò questa scena era consapevole della sua importanza. Da un lato, dovrebbe formare la conclusione lirica dell’opera, ma era anche il canto del cigno artistico di Verdi, perché supponeva che l’Aida sarebbe stata la sua ultima opera.
Per questa grandiosa scena usa principalmente archi e arpe mute, che accompagnano teneramente la squisita melodia delle voci cantanti.
Ascoltate l’emozionante finale cantato nella registrazione di Jussi Björling e Zinka Milanov.
6
MIR IST DIE EHRE WIDERFAHREN
da DER ROSENKAVALIER di Richard Strauss
Azione: Il Rosenkavalier appare e comunica a Sophie il desiderio di matrimonio del barone. Quando lui consegna la rosa argentata e Sophie sente l’odore della rosa profumata, i loro occhi si incontrano e sperimentano l’amore a prima vista.
Un magnifico duetto d’amore si svolge mentre la beatitudine si impossessa di entrambi. Questa scena è tra le più grandi che la letteratura lirica abbia da offrire. Strauss fa suonare arpe, celesta e primi violini inebrianti. Egli è all’apice della padronanza della pittura dei toni; si possono letteralmente sentire i sentimenti d’amore e sentire la fragranza dell’olio di rosa.
Sentiamo Ottaviano cantato da Brigitte Fassbaender, che divenne forse il suo ruolo più famoso. La sua voce ha un suono ricco e vellutato. La sua partner in questa scena è Lucia Popp. Da sogno come canta le note alte che si sciolgono.
5
O SOAVE FANCIULLA
da LA BOHÈME di Giacomo Puccini
Sinossi: Mimi bussa alla porta di Marcello. Vuole del fuoco per la sua candela spenta. Quando lei entra nella soffitta e i due parlano di loro stessi, si innamorano nella magia della luce della luna che brilla nell’appartamento in soffitta.
Questa scena è uno dei grandi duetti d’amore della letteratura lirica.
Ascolta un estratto della registrazione con Renata Tebaldi e Jussi Björling, Opera più emozionante non può essere.
4
ABENDSEGEN
da HÄNSEL UND GRETEL di Engelbert Humperdinck
Sinossi: Hansel e Gretel sono nella foresta. È buio e si sono persi. I due pregano insieme e trovano il sonno abbracciato sul pavimento della foresta.
Questa famosa scena è il bellissimo punto di riposo dell’opera nello stile di una ninna nanna.
La registrazione di Abendsegen di Elisabeth Grümmer e Elisabeth Schwarzkopf è senza dubbio una delle più grandi registrazioni nella storia dei dischi. Magica poesia e ricchezza di suono delle voci sono abbinate nel modo più delizioso.
3
MIRA O NORMA
dall-opera NORMA di Vincenzo Bellini
Sinossi: Due sacerdotesse sono innamorate dello stesso uomo. Norma è pronta a morire e cede il passo alla sua rivale. Ma Adalgisa dichiara la sua rinuncia e vuole che Norma si riconcili con lui di nuovo.
Mira o Norma è forse il più bello e famoso duetto di Bellini. Bellini fa suonare all’orchestra un accompagnamento ondeggiante nella prima parte e una melodia intima tocca l’ascoltatore. Poi le due sacerdotesse cantano le parti con bellissimi ornamenti in un estasiante intervallo di terze.
Sentiamo Joan Sutherland e Marylin Horne. Formano una congeniale coppia di duetti con le loro voci di altissimo virtuosismo e brillantezza.
2
VERRANNO A TE SULL-AURE
da LUCIA DI LAMMERMOOR di Gaetano Donizetti
Sinossi: Edgardo e Lucia devono tenere segreto il loro amore perché le loro famiglie sono nemici mortali. Poiché Edgardo deve andare in Francia per un lungo periodo, si scambiano solennemente gli anelli di fidanzamento.
Donizetti ha scritto questo spettacolare duetto all’unisono delle voci. Si muovono a distanza di ottave per sottolineare la perfetta armonia tra i due amanti.
Ascoltate questo passaggio cantato da Amelita Galli-Curci e Tito Schipa, che formano forse la coppia di duetti più perfetta nella storia discografica dell’opera.
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CHE SOAVE ZEFFIRETTO
da LE NOZZE DI FIGARO di Wolfgang Amadeus Mozart
Azione: Susanna e la contessa vogliono dare una lezione al conte. Gli scrivono una lettera invitandolo a un rendez-vous. Vale a dire, “tra i pini del boschetto, dove soffia un dolce vento serale.”
“Che soave zeffiretto” è forse il più bel duetto scritto da Mozart. Ha catturato lo stato d’animo di questo dolce vento serale in un modo meraviglioso e le voci delle due donne sono accompagnate in modo incantevole da oboe e fagotto.
Ascoltiamo questa scena in una registrazione perfetta con Elisabeth Schwarzkopf e Irmgard Seefried. La Susanna della Seefried aveva un’anima come nessun’altra e la Schwarzkopf era la contessa del secolo.
LA TOP 10 DELLE ARIE DEI SOGNI
10
JE DIS QUE RIEN NE M-ÉPOUVANTE
da CARMEN di Georges Bizet
Sinossi: Micaela arriva sulle montagne dove José conduce la sua vita con i contrabbandieri. È ancora innamorata di Don José, ma ha paura in questo ambiente e di Carmen. Si incoraggia a non avere paura di niente.
Bizet introduce questo pezzo con un breve e bellissimo motivo di corno. I corni di accompagnamento e gli archi afosi con sordina creano un’atmosfera toccante.
Ascoltate la sognante “Je dis que rien ne m’épouvante” di Leontyne Price nella famosa registrazione di Herbert von Karajan.
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E LUCEVAN LE STELLE
da TOSCA di Giacomo Puccini
Sinossi: Cavaradossi è intrappolato in una cella. Manca poco all’alba e la sua esecuzione è imminente. Tiene l’amuleto di Tosca nelle sue mani e dice addio.
È una grande aria scritta nel tipico stile pucciniano; mentre Cavaradossi canta un passaggio monotono nella prima parte del pezzo, è accompagnato da una melodia espressiva del clarinetto.
Ripensa alle loro notti d’amore, finché con “Svani sempre” dominano i pensieri cupi e senza speranza e infine in “Muoio disparato” scoppia la disperazione. Dopo l’aria, Puccini ordina al tenore di scoppiare in lacrime.
Sentiamo Placido Domingo.
8
STRIDONO LASSU
da PAGLIACCI di Ruggiero Leoncavallo
Sinossi: Nedda teme la gelosia e la violenza del marito. È inquieta perché ama segretamente Silvio, un giovane del villaggio.
Uno stormo di uccelli scende su di lei e il suo umore si illumina nel seguente “Stridono lassu”. Archi scintillanti e musica d’arpa tracciano il battito d’ali dello stormo di uccelli. Nedda vuole fare come gli uccelli e fuggire verso la libertà.
Ascoltate Maria Callas in una registrazione avvincente. Il suo discorso all’uccello inizia con un bellissimo trillo e cresce fino all’estasi nel corso di 3 minuti.
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KUDA KUDA
da EUGEN ONEGIN di Peter Tchaikovsky
Sinossi: Il mattino sta sorgendo. Lensky si trova in un desolato paesaggio innevato. Tra poco, Onegin apparirà per il duello. nel presagio della morte, i suoi pensieri vagano indietro alla sua passata giovinezza e al suo amore per Olga.
Quest’aria elegiaca ha una bella linea è scritta nel registro alto.
Quest’aria si sposa meravigliosamente con la voce naturalmente malinconica di Björling. La bellezza del tono e il dolore nella voce catturano l’ascoltatore.
6
UND OB DIE WOLKE SIE VERHÜLLE
da DER FREISCHÜTZ di Carl Maria von Weber
Sinossi: Una premonizione malvagia ha colto Agathe. Ha avuto un incubo prima del giorno del matrimonio. Canta la sua fiducia in Dio che la proteggerà.
Accompagnata da un violoncello solo, quest’aria emana lo stato d’animo solenne dell’alba del giorno delle nozze. La seconda parte è orante e descrive la fiducia di Agathe in Dio. Il devoto von Weber compose questo brano intimamente e deve essere cantato con un’espressione quasi infantile. Il pezzo termina con il bellissimo stato d’animo della prima parte.
Si può sentire Gundula Janowitz in quest’aria. La sua voce era meravigliosamente chiara, quasi interamente senza vibrato. Questa qualità fa sembrare la preghiera di quest’aria di una bellezza ultraterrena. Una purezza impeccabile distingue questa interpretazione.
5
WINTERSTÜRME WICHEN DEM WONNEMOND
da DIE WALKÜRE di Richard Wagner
Sinossi: Siegmund si trova faccia a faccia con Sieglinde. Una forza magica lo attira verso di lei. La tempesta è passata e magicamente brilla la luna nel cielo.
Wagner ha composto un cantabile per questo canto d’amore, che non si sente mai altrove in tutto il Ring. Alla maniera “italiana”, accompagnata da archi smorzati e terzine ondulate, si sviluppa un’aria lirica.
Ascoltiamo una bella interpretazione di Jonas Kaufmann.
4
ALLONS! COURAGE ET CONFIANCE
da LES CONTES D-HOFFMANN di Jacques Offenbach
Sinossi: Hoffmann è innamorato di Olympia. La guarda dormire e sogna di stare con lei.
Quest’aria di sogno affascina con la sua melodia romantica e il dialogo espressivo della voce tenorile con il corno solista.
L’interpretazione è di Julius Patzak. È espressiva e sensuale. Il vibrato della sua voce trasmette un’emozione immediata che cattura l’ascoltatore.
3
IN FERNEM LAND
da LOHENGRIN di Richard Wagner
Azione: Lohengrin annuncia solennemente a tutti le sue origini. È un cavaliere del Santo Graal, proveniente dal castello di Montsalvat. Suo padre è Parzival. Lui stesso è il suo cavaliere, chiamato Lohengrin. È stato inviato dal Graal per combattere il male e proteggere la virtù.
In un radioso La maggiore, Lohengrin racconta le sue origini. È una chiave alta e luminosa che annuncia le sfere celesti del Graal. Alti violini scintillanti trasmettono il senso dell’estasi e della sfericità.
Ascoltiamo un’interpretazione di Placido Domingo, che ha plasmato quest’aria in un’aria di sogno estatico come nessun’altra.
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WIE NAHTE MIR DER SCHLUMMER ... LEISE, LEISE FROMME WEISE
da DER FREISCHÜTZ di Carl Maria von Weber
Sinossi: Agathe sente il disastro. È sera tardi e il suo fidanzato non è ancora tornato. Prega Dio che lui possa tornare a casa sano e salvo.
Agathe intona una canzone che è tra le più belle che il Romanticismo tedesco abbia prodotto. Una lenta introduzione stabilisce l’atmosfera della notte di luna piena. Con una voce calda e animata dall’amore, Agathe canta la bella cantilena “Leise, leise”.
L’interpretazione di Elisabeth Schwarzkopf è di un’intensità travolgente e tuttavia intima.
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EN FERMANT LES YEUX
da MANON di Jules Massenet
Sinossi: Des Grieux sogna una vita a due. Sogna un posto dove lui e Manon possano essere felici.
L’aria dei sogni di Manon è un’aria delicata e pianistica con un incantevole accompagnamento orchestrale. Violini sognanti, oboi e flauti accompagnano il tenore. L’accompagnamento è scritto senza voci basse, dando l’impressione che l’aria possa decollare in qualsiasi momento.
Ascoltate la registrazione in un’interpretazione semplicemente magnifica di Jussi Björling. Notate il meraviglioso ed espressivo ritardando nel mezzo e l’affannoso diminuendo alla fine.