Glossario: do in petto

Questo post mostra il termine tecnico do in petto spiegato in poche frasi con link a esempi pratici.

Il do alto

Un’impresa di forza per i tenori e i soprani raggiungere questa nota massima. Di norma, nelle opere italiane compaiono in due o tre passaggi dell’opera. Il Do acuto veniva cantato ai tempi di Rossini con la voce di testa, ma in seguito, per oltre cento anni, fino ad oggi, con la voce di petto (vibrazioni nel torace). Quando nel 1837 un tenore francese cantò il Do acuto con la voce di petto, Rossini disse che il suono era “come il grido di un cappone sgozzato”. Si può sentire un do acuto, ad esempio, in Turandot. È alla fine di “Nessun dorma”.

La sorpresa per molti è che Verdi non amava il do alto. Solo con “La forza del destino” un do alto composto appare per la prima volta in un’opera di Verdi. Questa era dedicata al primo Alvaro, il Tamberlinck dalla voce potente; nella seconda versione Verdi rinunciò all’aria e il do acuto scomparve dalla partitura. Quindi tutti gli altri do acuti dell’opera verdiana sono invenzioni dei tenori!

 

La storia del Do alto

 

 

Un famoso esempio da La fille du régiment

“Pour mon ame” è il brano più famoso dell’opera “la fille du régiment” e una delle arie tenorili più famose di sempre. Merita questo primato soprattutto perché richiede al cantante di cantare ben 9 do acuti in soli 2 minuti. La sfida dell’aria sta nel fatto che i do acuti devono essere cantati con un robusto tono di petto e un’intonazione chiara (va notato che il do acuto era forse cantato solo con il falsetto all’epoca della composizione. Il tenore Duprez la cantò per la prima volta nel Guglielmo Tell di Rossini nel 1837 in petto, il cosiddetto “do in petto”, e stabilì il Voice Fach del tenore eroico). Scherzosamente l’aria è anche chiamata “il monte Everest dei tenori”. Si stima che in una generazione di tenori ci siano solo pochi tenori in grado di cantarla in modo davvero perfetto. Pavarotti divenne improvvisamente famoso con quest’aria negli Stati Uniti.

 

Le esibizioni di Pavarotti al MET nel 1972 sono diventate leggendarie. Conquistò il pubblico con quest’aria e con la successiva tournée negli Stati Uniti divenne finalmente un tenorissimo nel continente americano e in tutto il mondo. Ha ottenuto il soprannome di “Re dei Do alti”. Ascoltiamo una registrazione di un’esibizione al Met del 1972

Pour mon ame – Pavarotti

 

“Pour mon ame” di Juan Diego Florez ha una storia simile di un famoso bis. Nel 2007 ha cantato il Tonio alla Scala ed è stato il primo a cui è stata concessa un’aria come bis dal 1933. Nota bene questo non è stato concesso a una Tebaldi o a una Callas, né a un Domingo o a un Pavarotti! Ascoltiamo una registrazione dal vivo con bis dell’epoca dal Teatro dell’Opera di Genova.

Pour mon ame – Florez

 

 

 

 

Peter Lutz, opera-inside, la guida all’opera online

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